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Nel mare magnum delle nuove uscite discografiche fatti guidare dai nostri redattori musicali, non da un algoritmo!

Leggi le recensioni dei migliori dischi di maggio selezionati per NEU RADIO e ascoltale nel podcast dalla loro voce, assaporando un brano tratto dal disco.

La Totta di Uniquest

Ada Oda - Pelle D'Oca

"Pelle D’Oca" è il secondo album della band belga Ada Oda, uscito il  21 febbraio 2025 per La Tempesta a poco più di due anni dall’uscita del debutto "Un Amore Debole". Come per il precedente disco, l'irresistibile band post-punk in bilico tra l'Italia e Bruxelles, si conferma con il suo divertente, strampalato mix di frenetico post-punk anni 80 e folle (auto ironica) pronuncia italiana, che fa il verso alla canzone d’autore italiana.

Una miscela esplosiva con testi dalla grammatica errata e accenti nel posto sbagliato che, oltrepassando il trash o il kitsch, si adattano alla metrica post-punk come se fossero cantati in inglese; un’operazione che forse solo chi non è madrelingua avrebbe potuto pensare. Una combinazione che funziona alla grande, strappandoci sorrisi e facendoci scatenare.

Sorrisi purtroppo un po’ agrodolci alla luce dell’abbandono della cantante Victoria Barracato che quindi farà di questo Pelle D’Oca il loro canto del cigno e che non ci permetterà più di assistere ai loro pazzi divertentissimi concerti.

Scritto tra il 2023 e il 2024 da César Laloux, il disco è stato registrato tra Pisa, Gand ed Atlanta; 11 brani, ricchi di citazioni, sorrisi e malinconia, che incarnano lo scontro di due sentimenti opposti: piacere e paura, due temi che nelle varie sfaccettature, attraversano tutto il disco. In chiusura dell’album la profetica "Ho amato tutto", un brano sulla grata nostalgia per ciò che è stato e non è più in una relazione al capolinea, la perfetta conclusione di questo ultimo disco.

Un grande amore, anche il nostro per loro, che seppur al capolinea, finisce con il sorriso.

 

Gabriele Savioli - Poptones

CHOW – ETERNAL LOPEZ (Venti3, 2025)

Tornano i Chow con questo Eternal Lopez, un mini LP di 7 pezzi edito dalla label milanese Venti3, caratterizzata da uscite solo su vinile, single sided. Il trio bolognese conferma quanto di grandioso era stato proposto con il primo album, Ancient Gentle Tower e, se possibile, alza ulteriormente l’asticella. Quello che ormai si può definire il Chow sound si compone di un’incendiaria miscela di heavy psichedelia, filtrata da punk rock e garage sound che non lascia spazio a nessun tipo di compromesso. Ascoltare un disco dei Chow ed assistere ad una loro performance è un’esperienza lisergica che vi farà volare nell’acida San Francisco e nella disperata Detroit di fine anni 60, pur mantenendo la freschezza e l’originalità di un gruppo che, per fortuna nostra, è qui con noi, ora nel 2025.

 

Edoardo Riguzzi - Punchline

 Saba & No ID - From the private collection of Saba & No ID

Primo album in collaborazione tra il rapper/produttore di Chicago Saba e il rapper/produttore No ID. È una raccolta di brani creata negli anni tra i due artisti di Chicago, un album molto completo che spazia dall’hard hip-hop al new soul/jazz hip-hop. Ricco di produzioni di qualità e collaborazioni incredibili. I due hanno iniziato a lavorare all'album quando No ID ha inviato una cartella di 130 beat a Sada, inizialmente doveva essere un mixtape ma poi i due si sono accorti che avevano tra le mani qualcosa di molto più grosso e circa 3 anni dopo esattamente il 18 marzo 2025 è uscito l’album.

 

Laurent Fintoni - All Tomorrow's Archives

Steve Spacek - Blue Room

Gli archivi assumono ogni tipo di forma, soprattutto quando si tratta di musica moderna, dove tanto è stato creato e perso in così poco tempo a causa dei progressi tecnologici e delle priorità sociali. Tra queste, preziose per molti sono le registrazioni e le sessioni perdute, storie di ciò che avrebbe potuto essere che spesso assumono uno status leggendario. Il mini album Blue Room di Steve Spacek è una di queste storie, quattro tracce registrate a Los Angeles negli anni Duemila in un momento in cui tutto stava cambiando e Spacek, allora cantante e produttore britannico poco conosciuto, si stava facendo strada con artisti statunitensi come Q-Tip e Raphael Saadiq. Oggi, tutte le persone coinvolte hanno lasciato un segno significativo nell'hip-hop e nell'r&b e, dopo quasi due decenni, possiamo finalmente ascoltare ciò che avrebbe potuto essere e dare un senso a ciò che accadeva dietro quelle porte chiuse.

 

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Gabriele Savioli - Poptones

THE LINGS – WE CAN’T BE FRIENDS (Slack, 2024)

Secondo album per i Lings, la band di base fra Mantova e Verona. We can’t be friends, questo è il titolo del nuovo lavoro, conferma in pieno le aspettative nate dopo il sorprendente esordio omonimo del 2022. Rispetto al primo album, nel quale la band sapeva districarsi in maniera eccezionale tra power pop, moody garage e jangle jangle folk, nella migliore tradizione westcoastiana, il lavoro in questione aggiunge elementi tra l’indie e il britpop di metà anni ’90 (echi di Supergrass, Northern Uproar e Teenage Fanclub, nei brani più intimi e acustici) e country rock, abbracciando così in pieno l’evoluzione che fu, al tempo, propria dei maestri Byrds. Il tutto amalgamato come solo le grandi bands riescono a fare, in modo tale da essere ormai riconoscibili al primo ascolto in virtù della capacità di aver creato un suono che li contraddistingue in maniera chiara, tanto da far esclamare già dai primi secondi di ascolto: “Cazzo! Sono i Lings!”

Edoardo Cappello Riguzzi - Punchline

Marracash - È finita la pace

"È finita la pace", l'album che chiude la trilogia iniziata con Persona e proseguita con Noi, loro, gli altri. Marracash, come sempre senza filtri, affronta temi complessi e riesce a rappresentare in modo incisivo la realtà del periodo storico in cui viviamo.

Si tratta di un album maturo e colto, arricchito da riferimenti a grandi autori come Nietzsche, Dostoevskij e altri. Musicalmente, i brani sono impreziositi da sample originali e mai banali, come Ivan Graziani in "È finita la pace" o i Pooh in "Soli". Quest’ultimo affronta il tema della solitudine maschile, spogliandolo di ogni maschera e retorica.

In "Mi sono innamorato di un'AI", Marracash esplora il rapporto tra esseri umani e macchine, in un contesto in cui le interazioni digitali sono sempre più pervasive. Il brano riflette sulle complessità delle relazioni moderne, suggerendo che legami emotivi possano formarsi anche con entità non umane. La canzone è una critica alla società contemporanea, evidenziando come le interazioni digitali possano, paradossalmente, risultare più appaganti delle esperienze reali. Espressioni come "Là fuori è solo CGI" sottolineano l'illusorietà e l'artificialità del mondo moderno.

Un altro pezzo di grande spessore è "Penthotal", il cui titolo si riferisce a un anestetico, evocando il desiderio di anestetizzare il dolore o di svelare verità nascoste. Il tema centrale del brano è la vulnerabilità e la ricerca di autenticità in un mondo spesso superficiale. Marracash riflette sul dubbio, sulla manipolazione e sui conflitti emotivi, mettendo a nudo le proprie imperfezioni e le difficoltà delle relazioni umane. Il testo evidenzia la continua lotta tra il mantenimento dell'integrità personale e il desiderio di connessione.

Con "È finita la pace", Marracash dimostra ancora una volta la sua capacità di unire profondità tematica e qualità musicale, offrendo un’opera che non solo descrive, ma interpreta il nostro presente.

 

Banderas - Paradisco

The Civera Edits: Volume 2

La ricerca meticolosa di Beppe Savoni nel mondo della disco italiana super-underground ha generato l’ennesimo gioello: non siamo di fronte solo a quattro chicche esplosive dimenticate del nostro passato ma siamo di fronte a dei re-edit mescolati e riassemblati tutti in favore della propulsione del ballo, dell’ammiccamento, dell’amplesso.

Difficilissimo, praticamente impossibile, risalire ai prototipi originali. Questo fa sì che Civera Edits volume 2 si sviluppi come un prodotto autonomo che ribalta il concetto della ricerca verso retromania: in questo caso i brani nascono nel mondo degli anni ’70, ma mixaggio, remaster e un sapiente taglia-copia-incolla ne hanno ridisegnato i contorni come fossero canzoni di oggi.

 

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Edoardo Riguzzi - PunchLine

Hermanos Gutiérrez - Sonido Cósmico

 

 

 

 

 

 

 

 

Sonido Cosmico è il sesto album del duo ecuadoregno-svizzero Hermanos Gutierrez, il secondo prodotto da Dan Auerbach. La loro arte è musica che canta senza bisogno di un cantante, che è lirica senza bisogno di parole. L’immaginario, come spesso nei loro dischi, è quello di attingere all'immaginario spaghetti-western per un viaggio cosmico e spirituale sotto il cielo stellato delle ampie e desertiche terre di un ideale Far West.

Il disco ripropone sonorità già sentite anche nel loro album precedente, El Bueno y El Malo, ma, rispetto agli album precedenti sviluppati solo con il suono delle loro due chitarre, troviamo questa volta suoni psichedelici realizzati anche con tastiere, percussioni e synth, che rappresentano la vera novità di quest'ultimo progetto.

L’atmosfera malinconica di “Lágrimas Negras”, il brano che apre Sonido Cosmico, intreccia sonorità di slide guitar e lievi accenti flamenco, impostando un mood sognante e rarefatto che pervade il resto dell’album. Su queste stesse coordinate si sviluppano tracce come “El Fantasma”, “Cumbia Lunar” e la title track.

Pur essendo un album strumentale, Sonido Cosmico si distingue per un tono contemplativo scosso qua e là da ritmi incalzanti e strutture armoniche più articolate, come accade in “Abuelita”. Anche brani come “Low Sun” introducono elementi ruvidi, con riff di chitarra grezzi poggiati su un groove percussivo solido e avvolgente.

Tra i momenti più particolari dell’album, “Barrio Hustle” che si arricchisce di sfumature funk e di un organo dal suono morbido, mentre “Until We Meet Again” esplora profonde armonie riverberate, creando una struttura più vicina a quella di una canzone tradizionale (strofa-ritornello-bridge) che richiama, in qualche modo, le sonorità dell’ultimo disco dei Khruangbin.

 

Alberto Simoni - Area Contaminata

Eros - Your Truth is a Lie

“Your Truth is a Lie” è il titolo dell’album di esordio per Eros pubblicato a due anni di distanza dall’ep di debutto “A Southern Code “. Eros è il progetto che vede coinvolti Karl O’Connor, meglio conosciuto con il moniker di Regis, Liam Andrews degli australiani My Disco e Boris Wilsdorf, noto produttore e ingegnere del suono, in particolare, degli Einsturzende Neubauten. L’album vede il contributo di Anni Hogan al piano e di Rosa Anschütz alla voce in un brano ed è stato registrato nel famoso studio di registrazione andereBaustelle di Berlino. È proprio la fase di produzione e di assemblaggio curata con la consueta maestria da Wilsdorf che ha reso l’album molto migliore della semplice somma delle singole parti, ovvero le basi ritmiche create da Karl O’Connor, le ruvide linee di basso di Liam Andrews e le atmosfere in stile Einsturzende Neubauten. Il lavoro esce su Downwards, label gestita dallo stesso Regis, il quale non ha mai nascosto il suo amore per le sonorità new wave, post-punk e industrial che hanno influenzato la sua carriera di dj e produttore in ambito techno. A conferma di ciò la Downwards ha pubblicato da poche settimane l’album che ha segnato il ritorno dei Wolfgang Press, formazione di culto del post-punk inglese. In conclusione, un lavoro decisamente riuscito che può soddisfare sia gli amanti del suono post-punk più cupo che quelli dell’industrial techno.

La Totta - Uniquest

Juniore - Trois, Deux, Un

Sin dai loro esordi nel 2013, gli Juniore si sono distinti per un sound particolare, che pone l'accento su linee di basso lunatiche, sensibilità pop e le performance vocali di Anna Jean. Come nei precedenti dischi, in questo nuovo lavoro, "Trois, Deux, Un",  è impossibile ignorare l'impatto delle influenze old-school, sonorità associate all’etichetta Disques Vogues degli anni Sessanta, di Françoise Hardy e del movimento yé-yé, che danno ai brani una qualità senza tempo. Questo non vuol dire, però, che il materiale dei Juniore sia bloccato nel passato; la band riesce a rendere omaggio alle proprie influenze e alla ricca storia musicale della propria nazione, impregnandole al contempo con un taglio decisamente moderno, anche grazie al lavoro di produzione svolto da Samy Osta che in questo disco  ha instillato efficacemente lo spirito della psichedelia e del garage rock di metà secolo.

Sebbene "Trois, Deux, Un" non rappresenti certo un allontanamento radicale dal loro lavoro precedente, ogni nuovo progetto intrapreso dalla band aggiunge un nuovo ed entusiasmante strato al loro sound. Questo album è di gran lunga il più cinematografico che abbiano mai realizzato tanto che un aspirante regista potrebbe facilmente collegare una narrazione alla lista dei brani e usare l'album come una colonna sonora già pronta.

L'evoluzione costante ha dato i suoi frutti: questo è il loro LP dal suono migliore fino ad oggi, con chitarre surf, ondate di organi e voci distaccate e sognanti. I fan di Broadcast, Stereolab o del decennio “anni Sessanta” si troveranno a casa loro. Un disco perfetto con cui, ad esempio, passeggiare allegramente tra le foglie croccanti in una luminosa domenica con i vostri migliori abiti autunnali e sentirsi estremamente eleganti.

MorraMc - Class+

Dennis Bovell - Sufferer Sounds 

Sufferer Sounds è una raccolta di piccole perle di dubs rari, roots e lovers rock di un leggendario produttore
che si è fatto apprezzare per l' eclettica e ampia gamma di generi musicali frequentati, dal dub poetry al lovers rock, dal post-punk alla disco, al pop e oltre. Il suo lavoro di produzione abbraccia personaggi così diversi come The Slits, I Roy, Maximum Joy, Fela Kuti, The Pop Group, Janet Kay, Saada Bonaire, Orange Juice, Golden Teacher, Steel Pulse e altri.

 

Questa compilation si concentra sul periodo durante e subito dopo il coinvolgimento di Bovell con il Jah Sufferer Sound System, scavando a fondo per trovare tagli profondi e versioni meno note, principalmente dal 1976 al 1980. Restaurato e rimasterizzato con cura presso Dubplates & Mastering a Berlino in modo che queste tracce vecchie di decenni suonino incontaminate e dinamiche, e sequenziate per portare l'ascoltatore in un viaggio attraverso il genio della produzione e dell'arrangiamento di Bovell.