Tutte le settimane, all’interno di Portico, i nostri redattori musicali selezionano una novità discografica che li ha particolarmente colpiti.
Ecco il riassunto dei dischi del cuore di NEU RADIO di ottobre.
Leggi le recensioni e ascolta il podcast per scoprire direttamente dalla loro voce la recensione ed ascoltare un brano del disco
MorraMc - Class+
Yussuf Dayes - Black Classical Music
Disco d'esordio per Yussuf Dayes, già questa sembra una notizia, il batterista britannico infatti dal 2016 con il clamoroso Black Focus, in compagnia del tastierista Kaamal Williams, è sulla bocca di tutti coloro che seguono le evoluzioni del jazz e delle sonorità black.
Il senso del luogo può essere coltivato in molti modi, e molta della musica che amo ha qualcosa di essenziale del luogo in cui è stata creata. Oggi questa sensazione è forse più difficile da trovare, il che non è un male, ma è diverso: il mondo non è più ancorato ai luoghi fisici come un tempo. Tuttavia, ogni tanto si trova musica che cattura la magia del luogo e del tempo da dove viene. Manger On McNichols è uno di questi album, un album che avrebbe potuto essere realizzato solo a Detroit, che parla della vita a Detroit, che suona come la vita a Detroit e che è stato creato da un cast di musicisti di Detroit che abbraccia diverse generazioni, stili e scene. È un album di rap, ma è anche molto di più: è una finestra sulla morte e sulla rinascita, sul dolore e sulla gioia e, come spiega Sterling Toles, sulla natura ciclica della vita.
Gabriele Savioli - Poptones
Il nuovo lavoro dei Coral esce a soli due anni di distanza dal precedente doppio album Coral Island. Sea of Mirrors è stato definito dalla band stessa una “surreale colonna sonora di un ipotetico spaghetti western”, in realtà è una metafora della società britannica, sempre più in decadenza. Le storie raccontate dal quintetto di Liverpool hanno protagonisti reietti, sbandati, personaggi ai margini della società, storie magnificamente accompagnate da un corredo sonoro che ha reso i Coral fra gli interpreti più importanti e credibili del panorama musicale del nuovo millennio. Tredici racconti quindi, raccontati con delicatezza e, perché no, un po’ di tristezza tramite un country folk di matrice Byrds, corredato da arrangiamenti mai invadenti che sovente ci portano al west coast sound di fine sixties ed alle ballads tipiche di autori quali Lee Hazlewood. Proprio come i maestri citati ogni membro della band canta i brani da esso composti, caratteristica che contraddistingue da sempre i Coral. La produzione di Sean O’Hagan (Stereolab, High Llamas, ecc) che impreziosisce e sgrezza il suono della band senza mai essere invadente o ridondante, è la proverbiale oliva nel Martini.