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I dischi del mese scelti dalla redazione - Novembre 2023

7 Novembre 2023

Tutte le settimane, all’interno di Portico, i nostri redattori musicali selezionano una novità discografica che li ha particolarmente colpiti.

Ecco il riassunto dei dischi del cuore di NEU RADIO di ottobre.

Leggi le recensioni e ascolta il podcast per scoprire direttamente dalla loro voce la recensione e gustare un brano del disco

Enzo Baruffaldi - "Memoria polaroid" - un blog alla radio

Truth Club - "Running From The Chase" (Double Double Whammy, 2023)

Si intitola "Running from the Chase" ed è il secondo album dei Truth Club, band con base a Raleigh, North Carolina, che aveva esordito nel 2019 con Not An Exit. L’evento più importante capitato alla band nel passaggio tra i due dischi è stato certamente un cambio nella formazione: ai tre componenti originali della band, e cioè il cantante e chitarrista Travis Harrington, la batterista Elise Jaffe e il bassista Kameron Vann, si è aggiunta la chitarrista, bassista e cantante Yvonne Chazal. Questo ha portato, di conseguenza, anche un cambiamento nel metodo e nello stile di scrittura delle nuove canzoni, ora più collettivo, avventuroso e aperto. Da un suono che si muoveva tra energico pop-punk e garage rock cantato a squarciagola, i Truth
Club hanno maturato oggi un carattere più introverso, prediligendo trame più complesse, chiaroscuri post-punk, strutture mutevoli che a molti hanno ricordato i Sonic Youth e i Polvo.
La forma, al tempo stesso tesa e compressa, travolgente e sofisticata, delle nuove canzoni contenute in "Running from the Chase" riflette ancora meglio i temi dei testi, sospesi tra racconti di malessere quotidiano, malinconia giovanile ma anche un certo cauto ottimismo. Dalle chitarre torbide emergono improvvisi lampi di laboriosa consapevolezza: come spiega la quasi Pavementiana canzone "Dancing Around My Tongue", “tutte le parole che canteremo / sono tutte quelle che abbiamo risolto / sistemato in una nuova forma / danzando attorno a questo posto migliore.”
Per dirla con una battuta, non tutto l’emo viene quindi per soffrire, e "Running from the Chase" è un disco che questa sofferenza e questo tormento li attraversa sì, ma per andare oltre e guardare avanti.

Luca Garuffi - Stagione Zero

Daykoda - Uno

Riuscire a mettere d'accordo quasi all'unanimità smanettoni di elettronica, beatmakers e tradizionalisti jazz è davvero una chimera difficile anche solo da immaginare. UNO di Daykoda ce la fa, toccando tutti poli ma non scendendo a compromessi con nessuno di essi.
Dagli esordi massicciamente influenzati dai ritmi sghembi alla FLying Lotus di "Hard times and viewpoints" del 2017, passando per due ottimi album come "All of me" e soprattutto "Physis", che iniziavano a far percepire più complesse potenzialità compositive, si arriva ad un (speriamo momentaneo) apice con questo UNO, appena uscito per La Tempesta, che prende il meglio degli spunti del passato e li rimescola e mette in riga. La capacità sorprendente di Andrea Mangia è quella di saper fare casino, tenendo tutto sotto controllo; di dare spazio a virtuosismi suoi e dei suoi compagni di avventura Andrea Dominoni, Riccardo Sala e Matteo D’Ignazi, senza scivolare nella stucchevole dimostrazione di bravura.
Tantissimi strati si addensano e si dileguano nelle dodici tracce dell'album: sfiorano il soul con il singolo Anybody Else featuring Jason Wool; esplodono di frenetico jazz in The Process con il bassista Noah Denton, che qui da un cinque alto a Thundercat. Abbracciano l'hip hop con Ayana insieme al polistrumentista scozzese corto.alto; si sciolgono in momenti quasi lisergici grazie alla chitarra liquida di Ode to infinite.
Un album pieno di cose. Tutte al loro posto.

Albi Bello - Museek:Reponse

Actress - LXXXVIII

 

Sono stato indeciso fino all’ultimo tra il nuovo lavoro di Aisha Devi su Houndstooth e il ritorno su Ninja Tune di Actress, che ho infine decretato come mio disco della settimana. Dopo essere stato anticipato da un paio di EP, Eigthty-eight è uscito completamente il 3 novembre i digitale vinle doppio o triplo Limited Edition e cassetta e per complessità, ricchezza e citazioni è un tributo cervellotico al gioco degli scacchi, filo conduttore del disco che, per intrecci, estetiche cupe e fini tatticiasmi sonori, sfida ogni sfumatura dell’elettronica contemporanea, dall’ambient al clubbing e, tra sample “alla vecchia” e tecnicismi moderni, manda facile l’ascoltatore in scaccomatto. Fine stratega Actress e puro talento.

 

Cristian Adamo - Lains for Lions
Stings è il terzo album solista di Kamaal Williams, conosciuto anche con il suo nome di battesimo Henry Wu. Composto e registrato durante il covid tra Los Angeles e Chicago, Stings è una coerente evoluzione dei due lavori precedenti. Seppure l'impronta della scena jazz South-London rimane una marca distintiva di Kamaal Williams le 15 tracce dipingono un affresco più articolato che risente delle influenze impressioniste di Claude Debussy, oltre ad elementi hip-hop e ritmi minimal elettronici.
Ci sono molti richiami in questo album che rimandano all'avanguardia jazz/funk degli anni 70, le colonne sonore e una tensione verso l'esplorazione di altri universi sonori e culturali come la tradizione musicale taiwanese, la fede musulmana e la cultura del sud est asiatico. Nella composizione e registrazione dell'album si è avvalso della collaborazione di Miguel Atwood-Ferguson per gli arrangiamenti, il bassista Sharay Reed (Urban Knights), la violinista Stephanie Yu, DJ Harrison, il batterista Greg Paul, il tastierista Brian Hargrove e il sassofonista Quinn Mason.
Stings è un ottimo album, uscito forse un po' in sordina e  al momento solo in digitale, che sembra essere un preludio a nuovi percorsi musicali di Kamaal Williams.