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I dischi del mese - Marzo 2025

18 Marzo 2025

Nel mare magnum delle nuove uscite discografiche fatti guidare dai nostri redattori musicali, non da un algoritmo!

Leggi le recensioni dei migliori dischi di marzo selezionati per NEU RADIO e ascoltale nel podcast dalla loro voce, assaporando un brano tratto dal disco.

Alberto Simoni di Area Contaminata

Voice Actor - Lust (1)

Lust (1) è il nuovo album di Voice Actor, il progetto dietro al quale si nasconde la figura di Noa Kurzweil. Il nome Voice Actor è emerso nell’ottobre 2022 con la pubblicazione sulla label belga STROOM, nel solo formato digitale, del mastodontico album “Sent from My Telephone”, composto da 108 tracce in rigoroso ordine alfabetico, per la durata complessiva che superava le 4 ore. Tale uscita ha reso in poco tempo i Voice Actor una sorta di nome di culto nel giro ambient elettronico. L’anno successivo, visto il clamore suscitato dall’esordio, ne è stata pubblicata una versione in vinile ridotta a 16 tracce, con alcuni inediti. Fino a poche settimane fa, in realtà non si conosceva quasi nulla in merito a chi c’era dietro a questo progetto. È solo grazie ad una recente intervista rilasciata da Noa Kurzweil alla rivista online First Floor, che siamo venuti a conoscenza di diversi aspetti di come è nata e successivamente si è sviluppata l’idea di formare i Voice Actor, i quali inizialmente erano un duo, lei si occupava dei testi e il produttore olandese Levi Lanser delle musiche. Nel nuovo album Lust (1), Squu, produttore gallese ha sostituito Levi Lanser e questo è il motivo per cui l’album è accreditato a entrambi: Voice Actor & Squu. Il disco, uscito questa volta sia in vinile che in formato digitale, sempre su STROOM, oltre alle sonorità ambient e alle atmosfere sognanti già presenti nel precedente lavoro, contiene ritmiche two step e suoni elettronici astratti e glaciali che lo rendono vario e molto piacevole all’ascolto. Nel complesso una gradita conferma, per nulla scontata, che lascia ben sperare per il futuro.

 

MorraMc di Class+ / Beats in the Garden

Pye Corner Audio - Where Things Are Hallow: No Tomorrow

Esce per Lapsus Records un cofanetto che celebra il genio visionario di un produttore ancora non abbastanza conosciuto, Martin Jenkins in arte Pye Corner Audio. Where Things Are Hallow: No Tomorrow è un opera in vari formati che rivisita e dona nuove perle con sua caratteristica modalità slow di offrire nuovi paesaggi alla musica elettronica.

 

Enzo Baruffaldi di "memoria polaroid" - un blog alla radio

The Tubs – “Cotton Crown” (Trouble In Mind Records)

“Al funerale qualcuno mi ha toccato il braccio / Mi ha detto dovresti scrivere una canzone / Per onorare tua madre”... Beh, chiunque diavolo tu sia / Mi dispiace / Immagino che quella canzone sia questa."

Recita così l’ultima strofa dell’ultima canzone del nuovo album dei britannici The Tubs, intitolato “Cotton Crown”, e direi che mette bene in chiaro che cosa raccontano queste canzoni: il tema della perdita e della morte, il bisogno di confessarsi senza barriere, il fare i conti con la propria vita adulta, nonostante tutto, e con l’arte.

La scrittura di questo album è stata fortemente influenzata dal suicidio della madre del cantante Owen Williams, madre che era, a sua volta una cantante folk, Charlotte Greig. E non è un caso che Charlotte Greig compaia anche sulla copertina del disco, in una foto in cui allatta il neonato Owen, curiosamente in un cimitero.

Tutto questo doloroso groviglio di emozioni e riflessioni i Tubs, però, lo accompagnano a un suono travolgente, che riesce a tenere assieme le chitarre aggressive degli Husker Du, le melodie suadenti e avvolgenti degli Smiths e il jangle pop più scintillante di Felt e Field Mice.

Forse i Tubs non suonano più così punk come nell’esordio “Dead Meat”, ma con “Cotton Crown” mostrano di aver saputo perfezionare ulteriormente la loro scrittura, trasmettendo tutta l’urgenza delle loro canzoni, quel loro scavare feroce nelle pieghe cupe delle relazioni personali e delle nevrosi post-moderne, con una tavolozza sonora ancora più ampia, sofisticata e ricca.

Insomma, possiamo sicuramente inserire “Cotton Crown” dei The Tubs, tra i dischi indie rock migliori della stagione.