
Cutthroat, quarto album dei Shame uscito il 5 settembre 2025 per Dead Oceans, è un disco che taglia come il titolo promette: un’osservazione cruda, precisa, della vita e delle contraddizioni che la attraversano.
Le chitarre graffiano, i bassi pulsano come un cuore in accelerazione, e la voce di Charlie Steen oscilla tra rabbia, ironia e desiderio di verità. L’album non parla semplicemente di abbandono, ma di ciò che lasciamo andare: ruoli imposti, abitudini rassicuranti, compromessi che ci limitano. In Cowards Around emerge la frustrazione verso chi si nasconde, verso ipocrisie e codardie, ma anche verso se stessi, mentre ci si confronta con le proprie paure e fragilità.
In momenti come Quiet Life il tono si fa sospeso, riflessivo: uno sguardo interiore sul desiderio di libertà, sulle scelte rimandate, sulle strade non percorse. Eppure anche nella frenesia di Cutthroat, nella corsa sfrenata dei ritmi, c’è una vitalità feroce, un impulso a vivere pienamente, senza filtri.
Cutthroat è uno specchio lanciato in faccia all’ascoltatore: graffia, scuote, invita a riconoscere le proprie contraddizioni, e allo stesso tempo a danzare davanti alla propria verità. Gli Shame dimostrano così che la maturità non spegne la furia, ma la rende più lucida, intensa e poetica.
The Cords - "The Cords" (Slumberland Records / Skep Wax Records, 2025)

L’indiepop è sempre stato considerato un genere musicale abbastanza fuori moda, ingenuo e marginale, ma, allo stesso tempo, ha sempre avuto la capacità di sorprenderci e di restituirci la sensazione che qualcosa di nuovo e di bello possa ancora accadere. Nonostante le etichette di revival nostalgico e un sostanziale disinteresse commerciale, ha mantenuto intatta lungo i decenni la sua essenza: musica libera, personale, politica e profondamente umana.
Tutta questa energia, oggi, rivive in una band come le The Cords, duo scozzese formato dalle sorelle Eva e Grace Tedeschi, che con arrangiamenti essenziali e armonie vocali semplici riescono a creare qualcosa di rivelatore. Il loro album d’esordio, intitolato semplicemente The Cords e pubblicato da Slumberland e Skep Wax, è un concentrato di melodie brillanti, energia punk e sincerità, tra brani di due minuti e ritornelli già classici.
Per poco più di mezz’ora le giovani sorelle di Glasgow corrono a tutta velocità, come se ogni canzone rincorresse la successiva e volesse scavalcarla. Il risultato, come molti hanno commentato, arriva da qualche parte tra Shop Assistants, Talulah Gosh e The Primitives. Ma le influenze storiche si trasformano in qualcosa di fresco e vitale, dimostrando che l’indiepop, ben lontano dall’essere morto, ha ancora molto da dire e da suonare.
Paul St. Hilaire - w/ The Producers

Il disco della settimana, selezionato dal sottoscritto Alberto Simoni, è il nuovo album di Paul St. Hilaire, leggendario artista originario di Dominica ma da trent’anni con base a Berlino, dove entrò presto in contatto con i pionieri della dub techno, Moritz Von Oswald e Mark Ernestus. I due utilizzarono il moniker Rhythm & Sound, per combinare ritmiche techno scheletriche con dub dai bassi molto profondi e la voce dai toni caldi di Paul St. Hilaire fu centrale al progetto. Prendendo spunto dall’album di Rhythm & Sound w/ the artists, St. Hilaire ha ribaltato il concetto in questo suo nuovo lavoro intitolato: w/ The Producers, pubblicato dalla label tedesca Kynant. Qui ad alternarsi non sono le voci ma i produttori, in gran parte artisti emergenti della nuova scena tra dub techno, con l’eccezione di due veterani come Mala e Shinichi Atobe. La continuità invece è rappresentata dalla voce di St. Hilaire che funge da filo conduttore per l’intero album e si conferma una delle più profonde ed evocative in circolazione.
Max Bello - Seed
Robert Glasper - Keys to the City: Volume One

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"Keys to the City: Volume One" ultimo lavoro di Robert Glasper, pubblicato lo scorso 10 ottobre, si tratta di un progetto live, non un album in studio tradizionale. Racchiude difatti selezioni tratte dalle registrazioni dei cinque anni della residenza “Robtober” di Glasper al Blue Note di New York.
Glasper ha scelto 9 tracce che, a suo avviso, incarnano momenti‑chiave di questa sua fiorente esperienza, con possibilità di contare su un cast stellare: troviamo collaborazioni con Black Thought, Thundercat, Norah Jones, Esperanza Spalding, Bilal e altri.
Il risultato finale è un ibrido fra jazz, soul, R&B, improvvisazione, e “live concert experience” che dà all’album un carattere vivo, come se fossi parte del pubblico.
Keys to the City: Volume One* è un progetto ambizioso che mette in luce il lato vivo, imperfetto e comunitario della musica di Robert Glasper. E' un ritratto di ciò che Glasper fa con il live, di quanta fiducia ha nei suoi colleghi sul palco, e di quanto crede nella musica che respira.

Cutthroat è il quarto album degli Shame, uscito il 20 settembre 2025 per Dead Oceans. Un disco che taglia e sanguina, come il titolo promette: meno furia cieca, più lucidità feroce. È come se la band avesse imparato a guardarsi dentro senza più urlare, ma con la stessa fame di verità.
Le chitarre restano affilate, i bassi pulsano come un cuore sotto stress, ma in mezzo al rumore affiora una nuova vulnerabilità, un respiro quasi spirituale. Charlie Steen canta come se stesse confessando qualcosa che non riesce più a tenere dentro, oscillando tra minaccia e resa.
Registrato tra Londra e Berlino, Cutthroat è un disco sull’abbandono e la sopravvivenza emotiva, sulla paura di diventare ciò che si odia. In chiusura, Saint Nothing suona come una preghiera laica: “I cut my throat just to feel alive again”.
Un disco che non consola, ma scuote. E nella sua lama fredda, trova una strana, bellissima forma di grazia.
Zamp - 2 or Die

Dopo aver quasi rischiato un attacco di narcolessia con il nuovo album di Dave, il noiosis- plurincensato grande liricista di Brixton acclamato da tutta la critica terrestre e celeste, solo una iniezione dopaminica d’emergenza avrebbe potuto salvarmi dalle rapaci braccia di Morfeo.
Sembrava tutto perduto, e invece, per fortuna, viene in mio auto una talentuosissima ragazza conterranea del soporifero Dave: è Yazmin Lacey, con il suo nuovissimo Teal Dreams. Uscito lo scorso venerdì 24 ottobre, questa ragazza di Londra da quando ha fatto quella fortunata comparsa sul disco degli Ezra Collective è diventata per me una presenza costante e necessaria nelle routine di rigenerazione dopaminica. Una voce arricchita da arrangiamenti musicali che ne valorizzano i dettagli, i vibrati soul e le parole intrise di esperienze di vita reali, allegre, innamorate, nostalgiche e introspettive all’evenienza. A due anni dall’esordio con il suo primo disco Voice Notes, Teal Dreams è una prova realmente convincente, che neanche a dirlo, è il suo secondo disco.
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Leggi le recensioni dei migliori dischi di settembre selezionati per NEU RADIO e ascoltale nel podcast dalla loro voce, assaporando un brano tratto dal disco.
MorraMc - Class+

Il disco della settimana per Class + scelto da MorraMc è il l terzo lavoro di una artista, cantante produttrice newyorkese Jamie Krasner in arte James K. La sua musica viene definita nostalgica nebbiosa, Dream Pop, Trip hop showgaze che si mescolano per questa artista che arrivando da New York, si installa a Berlino. Qui, probabilmente trova la sua sintesi su sonorità elettroniche, James arriva da un passato sinfonico e da una scena Noise tutto questo fa sì che esca questo Friends in questo inizio di settembre del 2025 che ha sorpreso i molti, ma anche convinto, l'artista già si conosceva per grandi collaborazioni come quella con Yves Tumor è stato sul palco anche con Vegyn ma allo stesso tempo un'uscita così con il terzo album ha stupito molto positivamente i più e ha raccolto ancor più pubblico.
Laurent Fintoni - All Tomorrow's Archives
Saul Williams meets Carlos Niño & Friends at TreePeople

So che a questo punto probabilmente sembrerà uno scherzo, perché quasi sempre scelgo un album di Carlos Niño per queste occasioni, ma che dire, lui crea la musica e l'arte che voglio ascoltare e con cui voglio interagire. Questo è speciale perché vede Carlos e Saul Williams, probabilmente uno dei più grandi poeti statunitensi della nostra generazione, insieme in un evento dal vivo alla fine del 2024 accanto ad alcuni ospiti molto speciali, tra cui Kamasi Washington e Aja Monet, due grandi nomi dell'attuale scena jazz e poetica. Questo album parla della terra fisica che abitiamo, delle storie che l'hanno resa ciò che è, e del potere del suono e delle parole di trovare una via d'uscita dalla follia che è la nostra esistenza attuale e forse anche la forza o la convinzione per fare il lavoro che deve essere fatto.
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Cristian Adamo - Solo Lains
Ibaaku - Marjaan (Autoprodotto)

Nel giorno del solstizio d’estate in una Dakar del 2052, Marjaan, una giovane donna stremata dal peso della sua esistenza, intraprende una passeggiata urbana guidata dal jazz spirituale di Pharoah Sanders fino a una rivelazione luminosa di fronte all'Oceano Atlantico.
Queste sono le note che introducono il nuovo mini LP di Ibaaku, dal titolo Marjaan. Ibaaku è un produttore Senegalese di base a Dakar, sperimentatore di nuove sonorità provenienti dal continente africano tra afro futurismo e influenze della tradizione Joola.
Marjaan è un album delicato, dove riecheggiano le atmosfere più “sentimentali” ispirate a Pharoah Sanders, tra sax, percussioni, beat elettronici, ostinati armonici. Marjaan è un piccolo gioiello e Solo Lains ne consiglia l’ascolto.
Laura Marongiu - Solaris

Figura di culto a Londra e oltre, James Massiah ha recentemente pubblicato Bounty Law, un disco a metà tra l'album tradizionale e l'EP. Artista e poeta, in Bownty Law James Massiah elabora la rottura delle convenzioni e delle leggi relazionali (romantiche e non), in una sorta di western urbano immaginario.
Il progetto è compatto ma denso, pieno di dettagli e visioni: tra spoken word, elettronica e club culture, Massiah si muove con disinvoltura, guidato da una squadra di producer sperimentali (Cajm, Cold, 3o, Poundshop, Oliver Twist) e il mastering di Tommy Wallwork (Mount Kimbie). Le tracce scorrono tra atmosfere eleganti e notturne, passando dal salotto riflessivo di Pop Down alla dancehall ruvida e ipnotica di Peroxide.
Il suo flow è estremamente caratteristico, capace di stringere l'occhio alla dancehall, al grime e allo spoke word nel giro di poche tracce.
In occasione del rilancio della Strata-East Records, la pionieristica etichetta jazz indipendente fondata nel 1970 da Charles Tolliver e Stanley Cowell, la stessa etichetta ha prodotto uno speciale episodio radiofonico/documentario che esplora la storia e il suo impatto sociale e culturale.
Attraverso interviste, selezioni musicali e una ricostruzione del contesto storico, il programma ripercorre l'evoluzione di Strata-East dagli inizi negli anni Settanta alla sua rinascita odierna. La serie sottolinea l'importanza di Strata-East come baluardo dell'imprenditoria black, della libertà creativa e dell'espressione culturale. È disponibile per essere trasmessa per intero o in parti per le stazioni radio.
ON AIR SU NEU RADIO
Mercoledì 25 giugno alle 19.30
Sabato 28 e domenica 29 giugno alle 16.00
Sabato 21 giugno | NEU RADIO Summer PArty
In occasione del lancio del palinsesto estivo di NEU RADIO, nel giorno in cui la luce sconfigge le tenebre, la festa si allarga nel parco della Montagnola, contaminando e mescolandosi con le realtà che la abitano: Frida nel Parco e Montagnola Republic.
Dalle 19.00 in poi, il party si sdoppia per festeggiare insieme ai suoi ascoltatori e a chi la radio la fa quotidianamente, aprendosi a tutti i gusti e a vari generi musicali.
Montagnola Republic
MADKID è tra i dj italiani più apprezzati attivo dal 1999, nominato a pieno titolo “The Juggling Maestro”.
Uno dei punti di riferimento della scena italiana per quel che riguarda l’arte di fare musica coi giradischi, capace di soddisfare ogni appassionato di black music, spaziando dal reggae al soul e al rap con selezioni uniche ed efficaci nel dance-floor.
Frida nel Parco
Edera, duo composto da Luca Garuffi (elettronica) e Salvo Ridolfo (batteria), torna con un nuovo live in gran parte inedito. Sul palco infatti verranno suonati alcuni brani tratti da TEMPO, album uscito a metà 2024 per la label ravennate Blooms Recordings, ma anche e soprattutto nuovi pezzi che faranno parte di un nuovo lavoro, in uscita a breve.
Nel nuovo album, e sul palco di Frida quindi, il duo si trasforma in trio, con l'inserimento di Pietro Trallori, alla tromba.
Una miscela difficilmente catalogabile di post rock elettronico, shoegaze, momenti di influenza jazz e tappeti ambient.
Prima e dopo il live, su entrambi i palchi selezione musicale a cura dei djs di Neu Radio.
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Enzo Baruffaldi - "Memoria polaroid - un blog alla radio"
Stereolab - "Instant Holograms On Metal Film" (Duophonic / WARP)

Quando ascolterete le prime note del disco della settimana di NEU Radio forse vi domanderete: di QUALE settimana stiamo esattamente parlando? La prima settimana del giugno 1970? Del 1994? Del 3801 dell’Era Spaziale?
Il nuovo album degli Stereolab, il primo in studio dopo quindici anni, suona inconfondibilmente e classicamente come loro, ma è anche un intrepido e spavaldo viaggio fuori dal tempo e dallo spazio.
Instant Holograms on Metal Film, dai primi arpeggi di synth fino all’ultimo dissolversi cosmico, vede il gruppo britannico riaffermare il proprio suono – che definiamo per semplicità “retro-futurista” - rendendolo più incisivo, sia sul piano emotivo che su quello politico, per niente nostalgico.
Ricco di texture analogiche, groove motorik e armonie intrecciate, il disco non è un semplice ritorno alle origini, ma una rinascita consapevole, dal carattere agguerrito e poetico al tempo stesso.
L’album gioca su continui contrasti tra l’organico e il sintetico: clavicembali, pad quasi tridimensionali, austerità kraut, xilofoni, innesti di sezioni di fiati, improvvisazioni jazz, elettronica glitch e cambi di rotta improvvisi mantengono l’ascolto in costante movimento.
Più che reinventarsi, gli Stereolab perfezionano la loro visione e il loro manifesto, come sempre ben sintetizzati in strofe che racchiudono spesso analisi sociali e politiche.
Resistenza, immaginazione, bellezza come autentica sostanza della vita. Instant Holograms on Metal Film non è un esercizio intriso di malinconia, ma un’opera viva, in equilibrio tra distacco sereno e slancio visionario, che afferma la forza delle differenze e delle infinite possibilità.
Luca Garuffi - Stagione Zero
Mac Miller - Album: Balloonerism (Warner)

Balloonerism, secondo album postumo del rapper di Pittsburgh, Mac Miller.
Come molti sapranno Mac Miller ci ha lasciati nel 2018. infatti Balloonerism è stato composto e registrato interamente da Miller nel 2014. Poi è stato, a mio parere inspiegabilmente accantonato.
Balloonerism riesce in un'impresa spesso quasi impossibile per il rap dei giorni nostri: quella di essere acuto e ricercato, ma allo stesso tempo orecchiabilissimo, quasi pop in tanti passaggi. Tecnico e morbido allo stesso tempo. Rivolto al grande pubblico, ma mai banale o ruffiano, o per meglio dire: ruffiano si, ma in modo intelligente e molto spesso tagliente nei testi.
Segnalo su tutte, i cori spigolosi di "Do You Have A Destination?"; il bellissimo beat rotolante di "Stoned" e la mia preferita: la morbida ballad "Funny Papers".
Alberto Simoni - Area Contaminata
Resonance: 10 years of vibrational sounds from the heart of Invisible Inc

Resonance: 10 years of vibrational sounds from the heart of Invisible Inc è il titolo della compilation che celebra l’anniversario dei 10 anni della label di Glasgow. Pubblicata in formato digitale e in doppio vinile rosa, contiene 17 tracce che esplorano l’ampia gamma di sonorità che caratterizzano la label, ovvero: kosmische, downtempo, ambient, dub, elettronica dalle tonalità psichedeliche, le quali nel complesso, pur nella loro diversità, rappresentano un comune denominatore che il fondatore e colui che gestisce l’etichetta, Gordon Mackinnon, noto come GK Machine ha in mente e che tiene legate le varie uscite della Invisible Inc. Tra gli artisti qui presenti ci sono nomi familiari per chi ha seguito l’etichetta di scozzese in questi anni come: Sordid Sound System, Higamos Hogamos e Legion of Green Man, solo per citarne alcuni. La maggioranza dei nomi qui presenti però, fanno il loro debutto sulla label. Ricordiamo tra questi: The Mediators (un trio che annovera tra le sue fila Andy Heardley dei Zoviet France), Girls Chat Room (metà dei Zillas on Acid), e il maestro americano dell’avantgarde David Van Tieghem. Senza alcun dubbio questa compilation rappresenta un altro centro per l’Invisible Inc e testimonia l’ottimo stato di salute della label.
Andrea Moretti aka Banderas - Paradisco
Horse Meat Disco Presents Disco & Boogie from Brazil Vol.1

La Mr. Bongo records ha atteso 13 anni affinché i ragazzi della Horse Meat Disco potessero selezionare diversi brani disco e boogie rigorosamente from Brazil.
Hanno visitato il paese tutti gli anni, quasi sempre durante il carnevale di Rio, spesso accompagnati da ospiti d’onore, come Princess Julia e hanno carpito il meglio dell’underground più sculettante.
Sedici brani “quente quente” alcuni emersi anche dai sintetici ma caraibici anni ’80. Comprando l’album troverete anche tre bonus track che non saranno presenti nelle piattaforme di streaming online.
Non provate neanche a mettervi comodi perché sarà impossibile rimanere sulla sedia. E fatevi pure venire l’acquolina in bocca perché, come avrete notato, questo è soltanto il primo volume.
Mercoledì 11.06.25 L.O.G. è felice di annunciare per la prima volta a Bologna l’artista e compositrice di musica elettronica JakoJako Live.
JakoJako si dedica a esplorare gli spazi tra i lati tecnici ed emozionali della musica elettronica, ricercando una relazione con il suono che implementi sia la conoscenza rigorosa che l’intuizione sfrenata. Il suo approccio poliedrico l'ha portata da alcuni dei festival di musica elettronica più rispettati al mondo, tra cui Dekmantel, Awakenings e Fusion, fino a importanti istituzioni culturali come la Royal Albert Hall e il Barbican. Le sue produzioni su etichette come Tresor, Mute e Leisure System, e i remix per New Order e Martin Gore, tra gli altri, sono caratterizzate da arrangiamenti sonori che parlano sia di vastità che di intimità. La sua musica sembra continuamente ricercare nuovi contesti per esistere, e questa continua ricerca di nuove energie continua a garantire che JakoJako sia una delle artiste più intriganti della musica elettronica odierna.è stato pubblicato ad aprile 2025 su Mute, è un'espansione di queste idee. Registrato in Vietnam durante le celebrazioni del capodanno lunare del Tết e realizzato con una configurazione hardware minima, l'album attinge a una profonda comprensione della musica elettronica illuminata da riferimenti alla sua eredità. Da questa semplicità emergono composizioni espansive e ultraterrene che riflettono sulle nozioni di rinascita e sulla ricerca di un nucleo sonoro.
Layers Of Glue è prodotto da TANK e Ass. Circe in collaborazione con MAMbo – Museo d’Arte Moderna Bologna, con il supporto di Neu Radio.
Ascolta: https://soundcloud.com/jakojako_live
RA: https://it.ra.co/events/2159955
Door 21:00 Start 21:30
MAMbo - Museo d’Arte Moderna Bologna (foyer)
Tickets 17€ solo Dice + commissione Dice link: https://link.dice.fm/Sca0b2771402
Non sarà possibile acquistare i biglietti in loco.
NO PHOTO – NO VIDEO
- Ricorda che agli eventi LOG verranno posti degli adesivi sulle fotocamere dei vostri devices.
Rispetta chi ti sta attorno! Rispetta il lavoro degli artisti!
Nel mare magnum delle nuove uscite discografiche fatti guidare dai nostri redattori musicali, non da un algoritmo!
Leggi le recensioni dei migliori dischi di maggio selezionati per NEU RADIO e ascoltale nel podcast dalla loro voce, assaporando un brano tratto dal disco.
La Totta di Uniquest

"Pelle D’Oca" è il secondo album della band belga Ada Oda, uscito il 21 febbraio 2025 per La Tempesta a poco più di due anni dall’uscita del debutto "Un Amore Debole". Come per il precedente disco, l'irresistibile band post-punk in bilico tra l'Italia e Bruxelles, si conferma con il suo divertente, strampalato mix di frenetico post-punk anni 80 e folle (auto ironica) pronuncia italiana, che fa il verso alla canzone d’autore italiana.
Una miscela esplosiva con testi dalla grammatica errata e accenti nel posto sbagliato che, oltrepassando il trash o il kitsch, si adattano alla metrica post-punk come se fossero cantati in inglese; un’operazione che forse solo chi non è madrelingua avrebbe potuto pensare. Una combinazione che funziona alla grande, strappandoci sorrisi e facendoci scatenare.
Sorrisi purtroppo un po’ agrodolci alla luce dell’abbandono della cantante Victoria Barracato che quindi farà di questo Pelle D’Oca il loro canto del cigno e che non ci permetterà più di assistere ai loro pazzi divertentissimi concerti.
Scritto tra il 2023 e il 2024 da César Laloux, il disco è stato registrato tra Pisa, Gand ed Atlanta; 11 brani, ricchi di citazioni, sorrisi e malinconia, che incarnano lo scontro di due sentimenti opposti: piacere e paura, due temi che nelle varie sfaccettature, attraversano tutto il disco. In chiusura dell’album la profetica "Ho amato tutto", un brano sulla grata nostalgia per ciò che è stato e non è più in una relazione al capolinea, la perfetta conclusione di questo ultimo disco.
Un grande amore, anche il nostro per loro, che seppur al capolinea, finisce con il sorriso.
Gabriele Savioli - Poptones
CHOW – ETERNAL LOPEZ (Venti3, 2025)

Tornano i Chow con questo Eternal Lopez, un mini LP di 7 pezzi edito dalla label milanese Venti3, caratterizzata da uscite solo su vinile, single sided. Il trio bolognese conferma quanto di grandioso era stato proposto con il primo album, Ancient Gentle Tower e, se possibile, alza ulteriormente l’asticella. Quello che ormai si può definire il Chow sound si compone di un’incendiaria miscela di heavy psichedelia, filtrata da punk rock e garage sound che non lascia spazio a nessun tipo di compromesso. Ascoltare un disco dei Chow ed assistere ad una loro performance è un’esperienza lisergica che vi farà volare nell’acida San Francisco e nella disperata Detroit di fine anni 60, pur mantenendo la freschezza e l’originalità di un gruppo che, per fortuna nostra, è qui con noi, ora nel 2025.
Edoardo Riguzzi - Punchline
Saba & No ID - From the private collection of Saba & No ID

Primo album in collaborazione tra il rapper/produttore di Chicago Saba e il rapper/produttore No ID. È una raccolta di brani creata negli anni tra i due artisti di Chicago, un album molto completo che spazia dall’hard hip-hop al new soul/jazz hip-hop. Ricco di produzioni di qualità e collaborazioni incredibili. I due hanno iniziato a lavorare all'album quando No ID ha inviato una cartella di 130 beat a Sada, inizialmente doveva essere un mixtape ma poi i due si sono accorti che avevano tra le mani qualcosa di molto più grosso e circa 3 anni dopo esattamente il 18 marzo 2025 è uscito l’album.
Laurent Fintoni - All Tomorrow's Archives

Gli archivi assumono ogni tipo di forma, soprattutto quando si tratta di musica moderna, dove tanto è stato creato e perso in così poco tempo a causa dei progressi tecnologici e delle priorità sociali. Tra queste, preziose per molti sono le registrazioni e le sessioni perdute, storie di ciò che avrebbe potuto essere che spesso assumono uno status leggendario. Il mini album Blue Room di Steve Spacek è una di queste storie, quattro tracce registrate a Los Angeles negli anni Duemila in un momento in cui tutto stava cambiando e Spacek, allora cantante e produttore britannico poco conosciuto, si stava facendo strada con artisti statunitensi come Q-Tip e Raphael Saadiq. Oggi, tutte le persone coinvolte hanno lasciato un segno significativo nell'hip-hop e nell'r&b e, dopo quasi due decenni, possiamo finalmente ascoltare ciò che avrebbe potuto essere e dare un senso a ciò che accadeva dietro quelle porte chiuse.
Nel mare magnum delle nuove uscite discografiche fatti guidare dai nostri redattori musicali, non da un algoritmo!
Leggi le recensioni dei migliori dischi di aprile selezionati per NEU RADIO e ascoltale nel podcast dalla loro voce, assaporando un brano tratto dal disco.
Luca Garuffi di Stagione Zero consiglia:
Unknown To Known – Portico part 2 (Maps For Getting Lost.)

Unknown to Known è un progetto di chiara matrice jazz, ma aperto, molto aperto ad influenze psichedeliche e quasi oniriche, impostato quasi esclusivamente sull’improvvisazione. La formazione è composta dal batterista di base a Londra ma di origini italo-pakistane, Yusuf Ahmed, la sassofonista Tamar Osborn, nota per le numerose collaborazioni con progetti del calibro di Sarathy Korwar, Emanative, e l’italiano Khalab, oltre che bandleader del gruppo Collocutor, il sassofonista e clarinettista Idris Rahman, coinvolto in collaborazioni con Ill Considered, Anoushka Shankar tra gli altri e il bassista-contrabbassista Jihad Darwish, che oltre alle produzioni a suo nome, vanta collaborazioni con artisti del calibro di Sting, Van Morrison, Moses Boyd e tantissimi altri.
Portico II è composto di soli due brani (A e B), che racchiudono però tutta la potenza dell’improvvisazione e la capacità di sospendere il tempo all’interno di un’alternanza perfetta di mantra arpeggiati ed esplosioni di fiati. Il tocco della batteria, quasi a sostenere ed avvolgere il resto degli strumenti ha una sensibilità davvero sorprendente.
Laura Marongiu di Solaris consiglia:
Everything is Recorded - Temporary ( XL Recordings )

Everything is Recorded è il progetto che fa capo a Richard Russell, produttore e direttore della celebre XL Recordings. Terzo album sulla lunga distanza per Russell, Temporary vanta un incredibile numero di collaboratori, tra cui Sampha, Bill Callahan, Florence Welch, Kamasi
Washington e altri. Un disco di elettronica e voce onirico e delicato, Temporary è una meditazione sulla caducità delle cose, sul lutto, e sulla vita - tutti concetti che lo rendono al tempo stesso profondamente personale e universale. Musicalmente, Russell ha creato paesaggi sonori caldi ma spettrali, elettronici ma organici. Rispetto ai suoi due album precedenti, le melodie hanno la precedenza sui ritmi e ne costituiscono il continuum.
Cate De Feo di MixTales consiglia:

Cosa c’è di meglio in una primavera piovosa che tirare fuori una compilation di musica maliana pubblicata a febbraio dalla storica etichetta londinese Mr Bongo?
Parliamo del volume 2 di The Original Sound of Mali.
Un vero e proprio viaggio del sound eclettico e ricco di contaminazioni tra passato e futuro della musica del Mali negli anni 70, a dieci anni dall’indipendenza dalla Francia ottenuta il 22 settembre 1960.
Siamo quindi in un periodo di grande fermento musicale, in Mali:
Le etichette discografiche spesso formate in collaborazione con i dipartimenti governativi e orchestre sponsorizzate dallo Stato rappresentavano le varie regioni anche per preservare la cultura del paese prima che il mondo moderno ne accelerasse la storia. Il doppio LP + CD, arricchito da un booklet compilato dallo scrittore, giornalista Florent Mazzoleni, e da David Buttle, il vero e proprio Mr Bongo, ci immerge sempre più nella ricchezza della musica di questo paese in cui le basi e la strumentazione tradizionali si fondono con i progressi e le influenze musicali dell’epoca.
Immaginiamoci di ascoltare queste tracce negli hotel della capitale Bamako, dove le band e le orchestre affinavano il proprio sound, influenzati dalle richieste e dai gusti degli ospiti internazionali ma anche dalla strumentazione moderna sempre più disponibile.
Chitarre elettriche, influenze funk, soul e rock, ritmi cubani e il mescolarsi dei suoni provenienti da altri paesi confinanti in Africa occidentale. Oltre a questo, la tradizione non scompare: riconosciamo l'arpa ngoni e le voci in lingua maninka, che possono provenire solo dal Mali. Ascolterete brani iconici di Ousmane Kouyaté & Ambassadeurs Internationaux, Rail Band, Les Messagers du Mali, Mystère Jazz de Tombouctou e molti altri.
Ecco il disco consigliato da Mixtales questa settimana.
Massimo Bello di SEED
Mark de Clive-Lowe - Past Present (Tone Poems Across Time)

Past Present (Tone Poems Across Time) è il nuovo squisito album solista di Mark de Clive-Lowe, compositore e pianista nippo-neozelandese, che segna il suo debutto per l'etichetta Impressive Collective.
Un'esplorazione sonora profondamente personale di Mark, "past present" è una riflessione sulla famiglia che ottiene descrivendo il cammino del suo defunto padre nel Giappone di 70 anni fa. Il progetto è una raccolta di ambient jazz, paesaggi sonori cinematografici emozionanti che intrecciano sintetizzatori analogici con registrazioni sul campo provenienti da siti sacri giapponesi e luoghi naturali.
Mark completa la presentazione dell'album utilizzando immagini d'archivio dalla collezione fotografica privata della sua famiglia (la copertina è una fotografia scattata nel 1953 a suo padre, Robin de Clive-Lowe al Santuario di Itsukushima, Miyajima, Giappone). Anche il nome delle 11 tracce si aggiunge all'impronta cinematografico che l'artista ha voluto dare a questo ultimo lavoro
Un intero processo che paragona al viaggio nel tempo e conclude con l'ascoltatore affermando che spera che "ti porti nel tuo viaggio di immaginazione e riflessione, portandoti in luoghi inaspettati, proprio come è successo a me".
Layer Of Glue 9 Aprile e 11 Giugno 2025
Doppio evento live performance di musica elettronica, prodotto da TANK e Ass. Circe in collaborazione con MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna, con il supporto di NEU RADIO.
La collaborazione tra TANK Serbatoio Culturale - Ass. Circe e il MAMbo nasce da una nuova prospettiva, quella di aprire lo spazio museale il museo al linguaggio della musica elettronica dando la possibilità ad artist* di grande valore e dalla linea sonora autoriale innovativa di esibirsi in uno spazio “altro”, diverso dal club o dal music hall. Un L’esperimento che coinvolge due linguaggi: quello architettonico del museo della sede museale e quello sonoro.
Gli eventi si svolgeranno nel foyer del MAMbo e saranno preceduti da un’intervista con l’artista in diretta su NEU RADIO.
La direzione artistica è a cura di Mariolina Catani, co-founder e art director di TANK Serbatoio Culturale – Ass. Circe, e NNNAAAMMM records.
Per il primo appuntamento, Layer Of Glue è felice di annunciare per la prima volta a Bologna l’artista olandese, producer e compositrice di musica elettronica NADIA STRUIWIGH Live.
I live di Struiwigh spaziano tra pazienti immersioni senza ritmo e picchi cinetici, seguendo la passione dell’artista per l’ambient e la techno. La composizione del suo live cambia da una esibizione all’altra, pur mantenendo la stessa ispirazione. Il dono di Nadia Struiwigh sta nell’esprimersi attraverso le sue macchine, come artista e producer dal vivo
la sua affinità con synth e sequencer si traduce in elettronica affascinante che restituisce uno spazio sonoro riccamente personale.
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Door 21:00 Start 21:30
MAMbo - Museo d’Arte Moderna Bologna (foyer)
Tickets 17 € solo Dice + commissione Dice link in Bio (non sarà possibile acquistare i tickets in loco)
NO PHOTO – NO VIDEO
Nel mare magnum delle nuove uscite discografiche fatti guidare dai nostri redattori musicali, non da un algoritmo!
Leggi le recensioni dei migliori dischi di marzo selezionati per NEU RADIO e ascoltale nel podcast dalla loro voce, assaporando un brano tratto dal disco.
Alberto Simoni di Area Contaminata

Lust (1) è il nuovo album di Voice Actor, il progetto dietro al quale si nasconde la figura di Noa Kurzweil. Il nome Voice Actor è emerso nell’ottobre 2022 con la pubblicazione sulla label belga STROOM, nel solo formato digitale, del mastodontico album “Sent from My Telephone”, composto da 108 tracce in rigoroso ordine alfabetico, per la durata complessiva che superava le 4 ore. Tale uscita ha reso in poco tempo i Voice Actor una sorta di nome di culto nel giro ambient elettronico. L’anno successivo, visto il clamore suscitato dall’esordio, ne è stata pubblicata una versione in vinile ridotta a 16 tracce, con alcuni inediti. Fino a poche settimane fa, in realtà non si conosceva quasi nulla in merito a chi c’era dietro a questo progetto. È solo grazie ad una recente intervista rilasciata da Noa Kurzweil alla rivista online First Floor, che siamo venuti a conoscenza di diversi aspetti di come è nata e successivamente si è sviluppata l’idea di formare i Voice Actor, i quali inizialmente erano un duo, lei si occupava dei testi e il produttore olandese Levi Lanser delle musiche. Nel nuovo album Lust (1), Squu, produttore gallese ha sostituito Levi Lanser e questo è il motivo per cui l’album è accreditato a entrambi: Voice Actor & Squu. Il disco, uscito questa volta sia in vinile che in formato digitale, sempre su STROOM, oltre alle sonorità ambient e alle atmosfere sognanti già presenti nel precedente lavoro, contiene ritmiche two step e suoni elettronici astratti e glaciali che lo rendono vario e molto piacevole all’ascolto. Nel complesso una gradita conferma, per nulla scontata, che lascia ben sperare per il futuro.
MorraMc di Class+ / Beats in the Garden
Pye Corner Audio - Where Things Are Hallow: No Tomorrow

Esce per Lapsus Records un cofanetto che celebra il genio visionario di un produttore ancora non abbastanza conosciuto, Martin Jenkins in arte Pye Corner Audio. Where Things Are Hallow: No Tomorrow è un opera in vari formati che rivisita e dona nuove perle con sua caratteristica modalità slow di offrire nuovi paesaggi alla musica elettronica.
Enzo Baruffaldi di "memoria polaroid" - un blog alla radio
The Tubs – “Cotton Crown” (Trouble In Mind Records)

“Al funerale qualcuno mi ha toccato il braccio / Mi ha detto dovresti scrivere una canzone / Per onorare tua madre”... Beh, chiunque diavolo tu sia / Mi dispiace / Immagino che quella canzone sia questa."
Recita così l’ultima strofa dell’ultima canzone del nuovo album dei britannici The Tubs, intitolato “Cotton Crown”, e direi che mette bene in chiaro che cosa raccontano queste canzoni: il tema della perdita e della morte, il bisogno di confessarsi senza barriere, il fare i conti con la propria vita adulta, nonostante tutto, e con l’arte.
La scrittura di questo album è stata fortemente influenzata dal suicidio della madre del cantante Owen Williams, madre che era, a sua volta una cantante folk, Charlotte Greig. E non è un caso che Charlotte Greig compaia anche sulla copertina del disco, in una foto in cui allatta il neonato Owen, curiosamente in un cimitero.
Tutto questo doloroso groviglio di emozioni e riflessioni i Tubs, però, lo accompagnano a un suono travolgente, che riesce a tenere assieme le chitarre aggressive degli Husker Du, le melodie suadenti e avvolgenti degli Smiths e il jangle pop più scintillante di Felt e Field Mice.
Forse i Tubs non suonano più così punk come nell’esordio “Dead Meat”, ma con “Cotton Crown” mostrano di aver saputo perfezionare ulteriormente la loro scrittura, trasmettendo tutta l’urgenza delle loro canzoni, quel loro scavare feroce nelle pieghe cupe delle relazioni personali e delle nevrosi post-moderne, con una tavolozza sonora ancora più ampia, sofisticata e ricca.
Insomma, possiamo sicuramente inserire “Cotton Crown” dei The Tubs, tra i dischi indie rock migliori della stagione.
Cristian Adamo - Solo Lains
Traxman - Da Mind Of Traxman Vol.3
