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Leggi le recensioni dei migliori dischi di febbraio selezionati per NEU RADIO e ascoltale nel podcast dalla loro voce, assaporando un brano tratto dal disco.

Laurent Fintoni - All Tomorrow's Archives

Staying: Leaving Records Aid to Artists Impacted by the Los Angeles Wildfires by Various Artists

Los Angeles è una città che mi è cara per molte ragioni: ci ho vissuto, ho molti amici lì ed è una delle mie città preferite al mondo perché è bella in modi che spesso sono percepiti come sbagliati da molte persone dall'esterno, ma che hanno una bellezza incredibile se impari a riaggiustare la tua percezione e ti lasci vedere la città nello stesso modo in cui la vedono molti di coloro che ci vivono. All'inizio di quest'anno LA è bruciata di nuovo, ma questa volta gli incendi sono stati molto peggiori portando via parti di città e quartieri accanto a LA proprio. La devastazione è difficile da comprendere se non ci hai mai vissuto o non ci sei mai stato, ancora più difficile perché parte di essa ha avuto un impatto su molti artisti e comunità emarginate che si erano create uno spazio per se stesse che ora è cenere. Questa compilation di Leaving Records raccoglie fondi per queste vittime e dipinge un bellissimo quadro sonoro della diversità musicale e artistica che la città ospita da decenni, oltre sei ore di tracce esclusive e registrazioni dal vivo, molte delle quali di artisti direttamente colpiti. Sarà un anno lungo e sarà una lunga strada, ma le comunità colpite e la città si riprenderanno.

 

Gianluca Zamproni aka Zamp - 2 OR DIE

Otis Kane - “Violet”

Pur iniziando a cantare da pischello, prima di dedicarsi alla sua musica Anthony Vazquez passa molto tempo dietro le plance di missaggio e come strumentista, lavorando al suono di nomi quali Wiz Khalifa e Nick Jonas. Nel 2019 abbandona i dietro le quinte e comincia a pubblicare alcuni singoli nei panni di Otis Kane, firmando poi nel 2021 il suo primo progetto, Purple BLUE. Arriviamo al 25 gennaio 2025, giorno in cui esce Violet, secondo disco (ormai mi perseguitano...) dell’artista e nostro disco della settimana.

Dietro una copertina che omaggia le cover con faccione in primo piano e colori desaturati tipiche di tante gloriose produzioni anni ‘70, si celano 12 brani ispirati e astuti, che immortalano un artista nel pieno della sua presabene-era.
I testi esplorano in maniera recidiva le pieghe dell’amore nei suoi vari stadi, dall’epoca del solo miele e fuoco a quelli del consapevole agrodolce, il tutto accompagnato da un bel souly/funky/r’n’by sound che ci proietta tra le tinte di un rosso sole all’orizzonte schermato dalle palme di Los Angeles, terra natale di Kane.

Disco senza impegni e ottimo per accompagnare un aperitivo in terrazza, magari fra qualche mesetto, quando ci sarà̀ bisogno di un disco fresco per placare il caldo.

 

Igor - Cold Wave

Heartworms - “Glutton For Punishment”

 

 

 

 

 

 

 

 

Heartworms è il progetto solista di Jojo Orme, talentuosa e giovanissima musicista inglese che, già dalle prime apparizioni, aveva messo in mostra idee molto chiare che trasformava in brani dalle caratteristiche post punk a tinte dark. A ciò accompagnava una scelta di immagine, nella quale esprimeva tutta la sua passione per l’aeronautica militare, una divisa che indossa spesso anche nei suoi live, cosa che le ha procurato qualche incomprensibile critica (ma non lo facevano anche i Clash?).

Quando è riuscita a mettere insieme qualche brano e un po’ di coraggio, ha inviato tutto alla Speedy Wunderground di Dan Carey (Squid, Fontaines DC, Goat Girl, Wet Leg, tra gli altri) che, da vecchia volpe, ha subito intuito le potenzialità di Jojo e l’ha subito aggiunta alla sua scuderia di future promesse della musica. Nel 2022 si inizia a fare sul serio, esce “Consistent Dedication” accompagnato da un video che è vera una bomba, in cui Jojo inizia cantando tra sospiri e pop sognante. Una dimensione dark che finalmente si discosta dai soliti cliché di ascolti, mentre lei si mostra sicura e sfacciata nella sua divisa militare. Nel 2023 esce il suo primo EP dal titolo “A Comforting Notion” nel quale, oltre a “Consistent Dedication”, troviamo altri pezzi che dimostrano il valore del progetto e che denotano un certo stile originale e preciso, che finirà per farla distinguere nel panorama dance-punk gotico. D’altronde, è raro vedere artisti che escono a razzo con un'identità così forte, ma Jojo Orme sa esattamente chi è e cosa vuole ottenere.

Così il 7 febbraio scorso esce finalmente la prima prova sulla lunga distanza, che è l’album di cui parliamo oggi. All’interno di "Glutton For Punishment", titolo del disco si sentono svariate influenze, da PJ Harvey (che sembra l’ispirazione più evidente) a Siouxsie (soprattutto in “Warplane” e “Celebrate”), dagli Interpol di Paul Banks per l’approccio revivalista, all’elettro rock teutonico (Fraftwerk in primis); non a caso la nostra frontman inglese ha dichiarato di adorare gli svizzeri Grauzone, che la loro storia nella new weve tedesca l’hanno fatta all’inizio degli anni 80 con un unico disco, che è una pietra miliare della Neue Deutsche Welle. Questo disco spazia con facilità e senza effetti collaterali tra il post punk, il goth e l’elettronica da dance floor a tinte cupe.

Da segnalare i brani “Jacked”, un’incontenibile e bellissima cavalcata di pura fisicità chitarristica, “Warplane”, probabilmente l’inno dell’album e l’affascinante “Extraordinary Wings”, un sinth stile Fraftwerk tagliato con un trip hop ondulato e avvolgente.

 

Albi Bello - Museek:Response

Om Unit - Acid Dub Studies III

Jim Coles è un’istituzione dell’underground inglese che non ha bisogno di presentazioni: tra Om Unit e Philip D Kick ha dato alla scena dub/jungle un contributo musicale fondamentale, supportato da una coerente e battagliera etica culturale, che lo ha portato recentemente ad abbandonare Spotify e a stabilirsi tra i più attivi artisti a potersi fieramente e vermanete definirsi indipendente.

Il terzo capitolo della serie Acid Dub Studies chiude la trilogia dedicata ai suoni della Roland 303, sapientemente manipolati in 3 capitoli dal valore enciclopedico. Una saga durata 5 anni che ha dato lustro a uno strumento che ha fatto storia, di cui il nostro Coles conosce i segreti e gli utilizzi più ampi ed eclettici, regalandoci un disco che va da fumose atmosfere dub fino a irresistibili gemme dancefloor, con le quali Om Unit si dimostra un eclettico producer, capace di unire più generi e stili con una serenità invidiabile. Mito!

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Leggi le recensioni dei migliori dischi di gennaio selezionati per NEU RADIO e ascoltale nel podcast dalla loro voce, assaporando un brano tratto dal disco.

Gabriele Savioli - Poptones

THE LINGS – WE CAN’T BE FRIENDS (Slack, 2024)

Secondo album per i Lings, la band di base fra Mantova e Verona. We can’t be friends, questo è il titolo del nuovo lavoro, conferma in pieno le aspettative nate dopo il sorprendente esordio omonimo del 2022. Rispetto al primo album, nel quale la band sapeva districarsi in maniera eccezionale tra power pop, moody garage e jangle jangle folk, nella migliore tradizione westcoastiana, il lavoro in questione aggiunge elementi tra l’indie e il britpop di metà anni ’90 (echi di Supergrass, Northern Uproar e Teenage Fanclub, nei brani più intimi e acustici) e country rock, abbracciando così in pieno l’evoluzione che fu, al tempo, propria dei maestri Byrds. Il tutto amalgamato come solo le grandi bands riescono a fare, in modo tale da essere ormai riconoscibili al primo ascolto in virtù della capacità di aver creato un suono che li contraddistingue in maniera chiara, tanto da far esclamare già dai primi secondi di ascolto: “Cazzo! Sono i Lings!”

Edoardo Cappello Riguzzi - Punchline

Marracash - È finita la pace

"È finita la pace", l'album che chiude la trilogia iniziata con Persona e proseguita con Noi, loro, gli altri. Marracash, come sempre senza filtri, affronta temi complessi e riesce a rappresentare in modo incisivo la realtà del periodo storico in cui viviamo.

Si tratta di un album maturo e colto, arricchito da riferimenti a grandi autori come Nietzsche, Dostoevskij e altri. Musicalmente, i brani sono impreziositi da sample originali e mai banali, come Ivan Graziani in "È finita la pace" o i Pooh in "Soli". Quest’ultimo affronta il tema della solitudine maschile, spogliandolo di ogni maschera e retorica.

In "Mi sono innamorato di un'AI", Marracash esplora il rapporto tra esseri umani e macchine, in un contesto in cui le interazioni digitali sono sempre più pervasive. Il brano riflette sulle complessità delle relazioni moderne, suggerendo che legami emotivi possano formarsi anche con entità non umane. La canzone è una critica alla società contemporanea, evidenziando come le interazioni digitali possano, paradossalmente, risultare più appaganti delle esperienze reali. Espressioni come "Là fuori è solo CGI" sottolineano l'illusorietà e l'artificialità del mondo moderno.

Un altro pezzo di grande spessore è "Penthotal", il cui titolo si riferisce a un anestetico, evocando il desiderio di anestetizzare il dolore o di svelare verità nascoste. Il tema centrale del brano è la vulnerabilità e la ricerca di autenticità in un mondo spesso superficiale. Marracash riflette sul dubbio, sulla manipolazione e sui conflitti emotivi, mettendo a nudo le proprie imperfezioni e le difficoltà delle relazioni umane. Il testo evidenzia la continua lotta tra il mantenimento dell'integrità personale e il desiderio di connessione.

Con "È finita la pace", Marracash dimostra ancora una volta la sua capacità di unire profondità tematica e qualità musicale, offrendo un’opera che non solo descrive, ma interpreta il nostro presente.

 

Banderas - Paradisco

The Civera Edits: Volume 2

La ricerca meticolosa di Beppe Savoni nel mondo della disco italiana super-underground ha generato l’ennesimo gioello: non siamo di fronte solo a quattro chicche esplosive dimenticate del nostro passato ma siamo di fronte a dei re-edit mescolati e riassemblati tutti in favore della propulsione del ballo, dell’ammiccamento, dell’amplesso.

Difficilissimo, praticamente impossibile, risalire ai prototipi originali. Questo fa sì che Civera Edits volume 2 si sviluppi come un prodotto autonomo che ribalta il concetto della ricerca verso retromania: in questo caso i brani nascono nel mondo degli anni ’70, ma mixaggio, remaster e un sapiente taglia-copia-incolla ne hanno ridisegnato i contorni come fossero canzoni di oggi.

 

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Cristian Adamo - Lains for Lions

DJ-Kicks: Steven Julien

Dj Kicks! è la storica collana di K7, affidata per ciascun episodio ad un dj/producer/musicista. Il nuovo episodio è stato affidato a Steven Julien, conosciuto anche come Funkineven e fondatore della Apron Records. Steven Julien ha traslato il suo stile inconfondibile, tra electronica, beats, techno, house, coniugando le sue produzioni con brani presi tra presente e passato tra gli altri di Ryuichi Sakamoto, Dam Funk,  Hudson Mohawke, Kyle Hall, The RAH Band e molti altri... e ultimo ma non per ultimo il nostro Brothermartino presente anche nella versione vinile. Questo DJ Kicks, va oltre la compilazione, è un lavoro organico, con una visione ben chiara tra archivio e inediti.

 

Luca Garuffi - Stagione Zero 

Kinkajous - Nothing will disappear

Disco dell'anno, è "Nothing will disappear" del progetto britannico Kinkajous, guidato dal batterista/produttore Benoît Parmentier e dal sassofonista Adrien Cau. Insieme a Jack Doherty ai sintetizzatori/tastiere, Andres Castellanos al basso, insieme ai formidabili archi di Alan Keary, "Nothing Will Disappear" è cinematografico fino all'ultimo secondo. Un'eterea commistione di matrice jazz, che però spazia nei campi dell'elettronica più ossessiva e si muove verso momenti sospesi e fluttuanti che ricordano la collaborazione tra Floating Points e Pharoah Sanders.

"Dato che il nostro disco precedente era piuttosto oscuro e introspettivo, con questa musica volevamo fuggire in uno spazio diverso", spiega Parmentier. "Volevamo che fosse più colorato, più motivato, spingendoci al contempo verso i limiti della fragilità e della vulnerabilità."

 

Alberto Bello - Museek:Response

Midland - Fragment of Us

Midland fa da se e fa un lavoro eccezionale:
Pubblicato sulla sua Graded, Fragments of Us è un album necessario per bellezza e importanza nella nostra attualità.
In un mondo che ha troppo da sindacare sulle scelte amorose e sessuali dei singoli, dedicare un disco alla cultura queer e alla sua storia, in ambito clubbing/discografico, è un gesto importante, che trascende dalla sola fruizione musicale e che restituisce un fotografia dell’esperienza personale di Henry Arthur Agius, produttore londinese che risponde all’alias Midland, ma che, nonostante il punto di vista soggettivo, offre un contributo storico concreto e veritiero della scena.
La cosa eccezionale è che né la musica né il concetto hanno un ruolo subordinato all’altro in questo disco. Musica, parole e concetto scorrono in maniera sempre interessante e armoniosa, senza mai essere l’una il solo accompagnamento dell’altro, e regalandoci un disco il cui ascolto è un vero e proprio gesto di piacere nei propri confronti.

 

 

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Edoardo Riguzzi - PunchLine

Hermanos Gutiérrez - Sonido Cósmico

 

 

 

 

 

 

 

 

Sonido Cosmico è il sesto album del duo ecuadoregno-svizzero Hermanos Gutierrez, il secondo prodotto da Dan Auerbach. La loro arte è musica che canta senza bisogno di un cantante, che è lirica senza bisogno di parole. L’immaginario, come spesso nei loro dischi, è quello di attingere all'immaginario spaghetti-western per un viaggio cosmico e spirituale sotto il cielo stellato delle ampie e desertiche terre di un ideale Far West.

Il disco ripropone sonorità già sentite anche nel loro album precedente, El Bueno y El Malo, ma, rispetto agli album precedenti sviluppati solo con il suono delle loro due chitarre, troviamo questa volta suoni psichedelici realizzati anche con tastiere, percussioni e synth, che rappresentano la vera novità di quest'ultimo progetto.

L’atmosfera malinconica di “Lágrimas Negras”, il brano che apre Sonido Cosmico, intreccia sonorità di slide guitar e lievi accenti flamenco, impostando un mood sognante e rarefatto che pervade il resto dell’album. Su queste stesse coordinate si sviluppano tracce come “El Fantasma”, “Cumbia Lunar” e la title track.

Pur essendo un album strumentale, Sonido Cosmico si distingue per un tono contemplativo scosso qua e là da ritmi incalzanti e strutture armoniche più articolate, come accade in “Abuelita”. Anche brani come “Low Sun” introducono elementi ruvidi, con riff di chitarra grezzi poggiati su un groove percussivo solido e avvolgente.

Tra i momenti più particolari dell’album, “Barrio Hustle” che si arricchisce di sfumature funk e di un organo dal suono morbido, mentre “Until We Meet Again” esplora profonde armonie riverberate, creando una struttura più vicina a quella di una canzone tradizionale (strofa-ritornello-bridge) che richiama, in qualche modo, le sonorità dell’ultimo disco dei Khruangbin.

 

Alberto Simoni - Area Contaminata

Eros - Your Truth is a Lie

“Your Truth is a Lie” è il titolo dell’album di esordio per Eros pubblicato a due anni di distanza dall’ep di debutto “A Southern Code “. Eros è il progetto che vede coinvolti Karl O’Connor, meglio conosciuto con il moniker di Regis, Liam Andrews degli australiani My Disco e Boris Wilsdorf, noto produttore e ingegnere del suono, in particolare, degli Einsturzende Neubauten. L’album vede il contributo di Anni Hogan al piano e di Rosa Anschütz alla voce in un brano ed è stato registrato nel famoso studio di registrazione andereBaustelle di Berlino. È proprio la fase di produzione e di assemblaggio curata con la consueta maestria da Wilsdorf che ha reso l’album molto migliore della semplice somma delle singole parti, ovvero le basi ritmiche create da Karl O’Connor, le ruvide linee di basso di Liam Andrews e le atmosfere in stile Einsturzende Neubauten. Il lavoro esce su Downwards, label gestita dallo stesso Regis, il quale non ha mai nascosto il suo amore per le sonorità new wave, post-punk e industrial che hanno influenzato la sua carriera di dj e produttore in ambito techno. A conferma di ciò la Downwards ha pubblicato da poche settimane l’album che ha segnato il ritorno dei Wolfgang Press, formazione di culto del post-punk inglese. In conclusione, un lavoro decisamente riuscito che può soddisfare sia gli amanti del suono post-punk più cupo che quelli dell’industrial techno.

La Totta - Uniquest

Juniore - Trois, Deux, Un

Sin dai loro esordi nel 2013, gli Juniore si sono distinti per un sound particolare, che pone l'accento su linee di basso lunatiche, sensibilità pop e le performance vocali di Anna Jean. Come nei precedenti dischi, in questo nuovo lavoro, "Trois, Deux, Un",  è impossibile ignorare l'impatto delle influenze old-school, sonorità associate all’etichetta Disques Vogues degli anni Sessanta, di Françoise Hardy e del movimento yé-yé, che danno ai brani una qualità senza tempo. Questo non vuol dire, però, che il materiale dei Juniore sia bloccato nel passato; la band riesce a rendere omaggio alle proprie influenze e alla ricca storia musicale della propria nazione, impregnandole al contempo con un taglio decisamente moderno, anche grazie al lavoro di produzione svolto da Samy Osta che in questo disco  ha instillato efficacemente lo spirito della psichedelia e del garage rock di metà secolo.

Sebbene "Trois, Deux, Un" non rappresenti certo un allontanamento radicale dal loro lavoro precedente, ogni nuovo progetto intrapreso dalla band aggiunge un nuovo ed entusiasmante strato al loro sound. Questo album è di gran lunga il più cinematografico che abbiano mai realizzato tanto che un aspirante regista potrebbe facilmente collegare una narrazione alla lista dei brani e usare l'album come una colonna sonora già pronta.

L'evoluzione costante ha dato i suoi frutti: questo è il loro LP dal suono migliore fino ad oggi, con chitarre surf, ondate di organi e voci distaccate e sognanti. I fan di Broadcast, Stereolab o del decennio “anni Sessanta” si troveranno a casa loro. Un disco perfetto con cui, ad esempio, passeggiare allegramente tra le foglie croccanti in una luminosa domenica con i vostri migliori abiti autunnali e sentirsi estremamente eleganti.

MorraMc - Class+

Dennis Bovell - Sufferer Sounds 

Sufferer Sounds è una raccolta di piccole perle di dubs rari, roots e lovers rock di un leggendario produttore
che si è fatto apprezzare per l' eclettica e ampia gamma di generi musicali frequentati, dal dub poetry al lovers rock, dal post-punk alla disco, al pop e oltre. Il suo lavoro di produzione abbraccia personaggi così diversi come The Slits, I Roy, Maximum Joy, Fela Kuti, The Pop Group, Janet Kay, Saada Bonaire, Orange Juice, Golden Teacher, Steel Pulse e altri.

 

Questa compilation si concentra sul periodo durante e subito dopo il coinvolgimento di Bovell con il Jah Sufferer Sound System, scavando a fondo per trovare tagli profondi e versioni meno note, principalmente dal 1976 al 1980. Restaurato e rimasterizzato con cura presso Dubplates & Mastering a Berlino in modo che queste tracce vecchie di decenni suonino incontaminate e dinamiche, e sequenziate per portare l'ascoltatore in un viaggio attraverso il genio della produzione e dell'arrangiamento di Bovell.

 

 

 

Nel mare magnum delle nuove uscite discografiche fatti guidare dai nostri redattori musicali, non da un algoritmo!
Leggi le recensioni dei migliori dischi di settembre e ottobre selezionati per NEU RADIO e ascoltale nel podcast dalla loro voce, assaporando un brano tratto dal disco.

 

Gabriele Savioli - Poptones

X - Smoke & Fiction (Fat Possum)

Gli X hanno annunciato il ritiro dalle scene. Lo celebrano nella miglior maniera possibile con questo grandissimo album, Smoke&Fiction, poco più di trenta minuti di una potenza e tenerezza unici. L’album, il secondo dal ritorno sulle scene 4 anni fa con Alphabetland, è un compendio di quanto di meglio la band ha espresso durante la sua lunga carriera. Gli X furono coloro che meglio di chiunque altro, alla fine degli anni 70, ha cantato la Los Angeles più sporca, cattiva, disperata: in una parola la Los Angeles vera, lontana anni luce dai riflettori di Beverly e Hollywood hills. Sono coloro che per primi riuscirono a coniugare la furia del punk rock con la musica tradizionale americana: country e rock’n’roll su tutto. Cala quindi il sipario su una delle band più importanti della cultura underground degli ultimi 40 anni, un finale migliore era difficile
immaginarselo.

 

Laura Marongiu - Solaris

Civilistjävel!- Brödföda (FELT)

Civilistjävel! è il moniker del producer, compositore e DJ svedese Tomas Bodén. Alle spalle ha una serie di album self-released, un approdo nella compianta Low Company e un altro lavoro su FELT. Le sue sono composizioni che sfuggono gli inquadramenti tradizionali, muovendosi tra il minimalismo, l'ambient, la techno dub e il field recording. In questo ultimo doppio album Boden ci propone ascolti atmosferici, echi casalinghi, riverberi ambient e preziose collaborazioni con una serie di cantanti e artisti (Laila Sakini, Mayssa Jallad, Thommy Wahlström, ELDON e Withdrawn) che hanno arricchito le texture sonore con le loro voci.

 

 

Andrea Moretti – Paradisco

Elkka - Prism of Pleasure (Ninja Tune)  

Il disco della settimana consigliato da Paradisco è Elkka (con due K), che per la cult label Ninja Tune rilascia il debut album Prism of Pleasure. Elkka è una gallese attiva nei movimenti LGBTQ+ che rilascia una bella bombetta house con sonorità contemporanee. Contemporanee sono anche le citazioni di famosi brani del passato di artisti come i First Choice o i Tears for Fears ma perfettamente inseriti in pulsazioni per niente nostalgiche. La produzione è futuristica, con accenni di Uk-garage e di trance sempre mantenendo una bella cassa dritta senza eccedere troppo in velocità, anzi, a volte ci si rotola in questo lettone morbido e sensuale. La particolarità di questo album è che le line vocali, senza plagiare esplicitamente alcuni brani del passato, aprono i cassetti della memoria della musica dance degli ultimi 30 anni.

Prism of pleasure è un piacere anche da guardare visto che la copertina brilla arcobaleno controluce e ci sono delle gigantesche labbra al centro del disco in vinile che, in corrispondenza del buco per il piatto gioca ambiguamente… mandandoti in estasi… in tutti i sensi. Nuovo ma anche familiare o, come si dice nella lingua dell’élite: accattatevill'

 

Laurent Fintoni - All Tomorrow's Archives

Martyn - Through Lines

Questa compilation di brani tratti dal catalogo del produttore/DJ olandese Martyn è una bella finestra su un periodo speciale della musica dance, sia storicamente che personalmente. Quel periodo va da i primi anni del 2000 fino ai primi del 2010, un periodo in cui i confini tra generi come drum & bass, house, techno, broken beat, garage, grime e dubstep sono diventati sempre più porosi, culminando infine nel termine generico di bass music. In quel periodo è stata realizzata molta musica speciale, accanto a molte night clubs speciali, e Martyn ha sicuramente catturato lo spirito dell'epoca con il suo remix Broken Heart di TRG o il melancholic roller di Vancouver. Come Martyn, quel periodo della mia vita ha comportato anche spostamenti dal mondo della drum & bass e dell'hip-hop verso suoni più nuovi come la dubstep ma anche i classici della house e della techno e quindi questa compilation è per me come una bella passeggiata lungo il viale dei ricordi ma per chi non conosce Martyn o questo periodo è anche una bella introduzione e via di entrata.

 

 

Enzo Baruffaldi - "Memoria polaroid" - un blog alla radio

Chinese American Bear - "Wah!!!" (Moshi Moshi Music)

A quanto pare, WAH! in cinese corrisponde al nostro WOW! e si usa esattamente allo stesso modo. "WAH!!!" è anche il titolo che i Chinese American Bear hanno dato al loro secondo album, scelta quanto mai appropriata per questa caleidoscopica raccolta di canzoni allegramente ed esageratamente sopra le righe.
I Chinese American Bear sono un duo che fa base a Seattle, composto da Anne Tong e Bryce Barsten, coppia nell’arte e anche nella vita. Anne e Bryce sostengono che queste nuove canzoni vogliono soltanto “essere divertenti, vivaci, un po' ruvide e non parlare di niente in particolare”.  In realtà, "WAH!!!" è un album che mescola con molta grazia e spontaneità elementi di pop orientale e attitudine indie rock occidentale, innestando groove rotolanti e citazioni impreviste, cantando senza soluzione di continuità sia in inglese che in mandarino, e finendo per creare un’atmosfera giocosa e colorata, senza mai risultare noioso o ripetitivo.
Tra un colpo al cerchio del funk e uno alla botte del pop psichedelico, qualcuno ha suggerito che i Chinese American Bear suonano come se i Beach Boys e i Flaming Lips si mettessero a fare musica per bambini assieme. A me hanno riportato alla mente anche certe eccentriche band di casa Grand Royal, tipo le Buffalo Daughter o i Butter 08.

Oppure, per venire ai giorni nostri, si potrebbe dire che questo disco piacerà anche ai fan orfani degli esuberanti Superorganism. Insomma, preparatevi a sorridere, lasciatevi meravigliare ed esclamate anche voi “WAH!!!”.

 

Massimo Bello - SEED

Nubiyan Twist - Through Lines

Formazione ricca di ben nove musicisti, capitanati dal chitarrista e produttore Tom Excell e dalla cantante Aziza Jaye, oggi considerati parte della “New Wave of British Experimental Jazz” , vede musicisti produttori esperti e compositori ispirati che si uniscono per creare un suono unico e contagioso che attinge dal jazz, hip-hop, afrobeat, dancehall, dub, soul, fino alla musica dance; suoni sapientemente legati tra loro, con elementi elettronici, melodie guidate dai fiati e improvvisazioni spontanee; l'album si apre però con "Battle Isn't Over", uno dei pezzi più riflessivi, una sorta di introduzione-dichiarazione di intenti, sul non arrendersi alle sconfitte e alle difficoltà.

Si tratta di un disco che si fa apprezzare mano a mano che lo si ascolti, potendo coglierne un po' alla volta la profondità, la ricchezza musicale e la portata dei vari collaboratori che vi hanno preso parte.

 

 

Perché l’anteprima di questo inedito di Blak Saagan?

Trieste Science + Fiction Festival, il più importante evento italiano dedicato alla Fantascienza, erede di una tradizione che a Trieste nasce negli anni Sesssanta, ha chiesto a Loris Zecchin e a Fabrizio Garau di The New Noise di realizzare una compilation a tema sci-fi. Loro non se lo sono fatti ripetere e hanno attinto a ciò che conoscono meglio: l’underground italiano. Siccome The New Noise, come Triple H alla WWE, predilige il long term storytelling, vi accorgerete che nella tracklist di Invisible Comma – questo il titolo della compilation – ci sono artisti di cui si sono occupati sovente più di una volta, quando possibile intervistandoli: Malasomma, il fuoriclasse retrowave italiano Confrontational, il monumento dark ambient Andrea Marutti (qui come Lips Vago), i due Tristan Da Cunha (che hanno iniziato da poco una seconda carriera isolazionista non solo per via del nome), il protagonista di quest’anteprima Blak Saagan, a cui forse piace John Carpenter, basta sentire questa “Black Out a New York”, i due SabaSaba, una delle migliori scoperte di Maple Death, i due Chaos Shrine (altra novità torinese all’insegna di un dub scurissimo) e infine l’unica emigrata, e di altissimo livello: Martina Bertoni, violoncellista dronegaze che non troppo tempo fa ci ha trasportati su Solaris.

Vi terremo ancora informati. Un giorno la compilation sarà disponibile per tutti, per sempre, sul canale YouTube del Festival. Ma avremo anche le copie fisiche, che saranno disponibili al festival. Se ne rimarranno, dovrete seguire il sito del Festival per sapere come procurarvele nel caso non riusciate a passare a Trieste tra il 29 ottobre e il 3 novembre.

 

Sabato 14 dalle 19, NEU RADIO 𝗶𝗻𝗮𝘂𝗴𝘂𝗿𝗮 𝗹𝗮 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗮 𝘀𝘁𝗮𝗴𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗿𝗮𝗱𝗶𝗼𝗳𝗼𝗻𝗶𝗰𝗮 𝗰𝗼𝗻 𝘂𝗻𝗼 𝘀𝗽𝗲𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗷 𝘀𝗲𝘁 𝗮 𝟴 𝗺𝗮𝗻𝗶 𝗱𝗮 𝗧𝗿𝗼𝗽𝗶𝗰𝗮𝗹 𝗕𝗮𝗹𝗲𝗿𝗮, lo spazio estivo nel Parco del Dopolavoro Ferroviario, per scaldarsi nell’attesa del live di SENYAWA - X al Locomotiv Club.
In apertura al dj set, in diretta radiofonica alla 18.30, scopriremo SENYAWA - X il progetto creato da Rully Shabara e Wukir Suryadi, duo sperimentale indonesiano il cui approccio unico alla musica li ha portati sulla scena mondiale.
Ti aspettiamo per celebrare insieme a noi un nuovo anno di musica ...ci si vede lì! ❤️
🗓️
📻 18.30 Intervista x SENYAWA - X
🎧 19.00 La Totta-Enzo polaroid-Gabriele Savioli-Alberto Simoni dj set
📮
🍹 Cocktails-Wines-Mocktails
👕 Exclusive NEU RADIO Merch
📍 Tropical Balera - Locomotiv Club - DLF (BO)
🎫 Free Entry

Per non perderti nel mare magnum delle nuove uscite discografiche e non farti guidare da un algoritmo, scopri le migliori uscite discografiche selezionate dalla nostra redazione musicale!

Ecco il riassunto dei dischi del cuore di NEU RADIO di luglio

Leggi le recensioni e ascolta il podcast per scoprire direttamente dalla loro voce la recensione e gustare un brano del disco.

Max Bello, curatore di Seed

BlackFilter - Batuki

BATUKI è il nuovo disco di BlackFilter aka Pellegrino Mazzucchi, percussionista, DJ e produttore residente a Modena.

L’album è uscito lo scorso 22 aprile, per l’etichetta indipendente RAGOO RECORDS, vede in opera un nutrito gruppo di musicisti, che hanno partecipato attivamente alla creazione del disco, tra questi Dario “DADDARIO” Casillo.

La batteria o "Batuki" è stata il primo mezzo di espressione di Pellegrino. In seguito ha ampliato la sua tavolozza sonora attraverso la sperimentazione con sintetizzatori analogici e drum machine, ampiamente presenti nel disco. La fusione di questi elementi nel tempo ha dato vita al suono distintivo di BlackFilter e "Batuki": un dialogo tra ritmi afro-caraibici e jazz futuristico con accenni di electro e disco, che offre all'ascoltatore un'esperienza sonora energica e avvolgente.

Laura Marongiu, curatrice di Solaris

Fera - Psiche Liberata (Maple Death Records)

Un mix di ambient, noise, acid e minimalismo per un disco che è allo stesso tempo catartico e 'obliquo' - per definizione della label stessa - come il viaggio che si intraprende nell'ascolto.
Fera è Andrea De Franco, compositore elettronico di stanza a Bologna, noto anche per il suo lavoro di visual artist/designer e membro del collettivo Undicesimacasa. Il suo universo musicale nasce da basi di ambient e minimalismo, a cui Fera aggiunge IDM frammentata, synths distorti, ritmi e astrazioni che si intrecciano delicatamente, restituendo una atmosfera cosmica e distintiva. I temi di fondo che corrono lungo i nove brani esplorano l'universo emotivo dell'amore, della nostalgia e dell'affetto, ma sempre in modo turbolento, vulcanico, bilanciandosi tra rumore e silenzio. Una menzione d'onore alla copertina che è stata realizzata a mano da Fera stesso.

Igor, co-conduttore di Cold Wave

Cola - The Gloss

Già un paio di anni fa, quando mi imbattei per caso in questa band canadese (che aveva da poco pubblicato
il suo primo album, Deep in View, all’indomani dello scioglimento della precedente formazione targata
Ought), ne apprezzai l’approccio in termini di sonorità e di cantato, tant’è che lo collocai tra i miei dischi
preferiti del 2022. A differenza del loro debut album, generato dalla pandemia, l’ultimo The Gloss è stato
registrato quando i Cola si sono nel frattempo affermati come gruppo in tournée e, in quanto tale, mette in
primo piano la loro dimensione live e rumorosa, unita alla fervida intuizione di unire la primissima new
wave (Television in primis) al noise rock degli anni 90’ (Sonic Youth). The Gloss rinnova l'appartenenza dei
Cola a una confraternita di rock chitarristico spinoso e di sinistra che attraversa, oltre ai già citati, i
Pavement di Steven Malkmus, di cui prediligono il linguaggio più evocativo ed enigmatico in chiave low fi.
I brani di The Gloss sono in gran parte limitati a raffiche di tre minuti, ma ognuno di essi mostra quel senso
speciale di scoperta che si verifica quando amici intimi seguono istintivamente l'esempio dell'altro e un
semplice cambio di accordi o una pausa strategica possono trasformare all'istante l'essenza di una canzone.
Brani come "Tracing Hallmarks"; spuntano tutte le caselle della checklist post-punk contemporanea (linee di
chitarra pungenti, ritmi propulsivi, fraseggio staccato), ma si trasformano anche in ritornelli
sorprendentemente congeniali, che conferiscono a Cola una leggerezza non comuni.
Tra i brani più rappresentativi, oltre alla già citata "Tracing Hallmarks", occorre menzionare i singoli già
usciti “Pulling Quotes” e "Albatross", oltre a "Down to Size";, che richiama nel suo sound urbano i
newyorkesi Strokes, e a "Pallor Tricks";.
Se i testi del leader Tim Darcy richiedono un po'; di lavoro per essere decodificati, la band rende facile
l'immersione musicale colpendo costantemente il familiare equilibrio tra suono dissonante, melodia
sconnessa e produzione asciutta, che ha definito l'età d'oro dell'indie rock di fine anni 90’.
Se l’eredità del rock iconoclasta e oltranzista è rappresentato dai canadesi Cola, siamo certi di essere in
buone mani.

Cate De Feo, curatrice di Mixtales

Àbáse - Awakening

Szabolcs Bognar, tastierista producer ungherese, è la mente dietro Àbáse, termine in lingua Yoruba che significa “collaborazione”. Si tratta di un progetto che si concentra sui sentieri trasversali dell'afrobeat, dell'hip hop, del jazz e dell'elettronica, coinvolgendo percussionisti internazionali e ospiti speciali provenienti dal Brasile, dall'Africa e dalla sua diaspora.

Gabriele Savioli, conduttore di Poptones

The Prisoners - Morning Star (Own-Up, 2024)
Un nuovo album dei Prionsers. Chi se lo aspettava il ritorno della più grande band del pianeta a distanza di
38 anni? L’estemporanea celebrazione di “A taste of pink”, il primo LP, nel Dicembre del 2022 a Rochester
(loro città natale) ha propiziato una reunion vera e propria con un concerto allo storico Roundhouse di
Londra lo scorso Maggio e, soprattutto, un album completamente nuovo. Rispetto al passato la costruzione
di questo lavoro è stata corale, non solo ad opera di Graham Day e James Taylor, come avvenuto nei primi 4
album (usciti tra il 1982 ed il 1986). Il sound rispetto al passato è inevitabilmente più maturo, pur
mantenendo l’immediatezza e la freschezza dei tempi andati. Il sixties sound frenetico ed allucinato si è
trasformato in un soul pop più rassicurante ma altrettanto accattivante, con l’insuperabile voce e chitarra di
Graham Day coadiuvata dal maestoso Hammond di James Taylor. Più di così non credo si possa chiedere,
ovviamente album dell’anno 2024

⛱️ Secondo Round al 𝗟𝗶𝗱𝗼 di @neu_radio!

👉 𝗩𝗲𝗻𝗲𝗿𝗱𝗶̀ 𝟱 𝗹𝘂𝗴𝗹𝗶𝗼 dalle 18.00 alle 20.00

𝗟𝗶𝗱𝗼 𝗣𝗼𝗿𝘁𝗶𝗰𝗼 è la rubrica dell’estate Con Morra Dj e Totta.
Una diretta che parte dal cuore della 𝐓R𝐎P𝐈C𝐀L B𝐀L𝐄R𝐀 ... la pista da ballo!

📻 La Radio è più bella quanto la si segue dal vivo, davanti al chiosco di @locomotivclub.

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❋ 𝐓R𝐎P𝐈C𝐀L B𝐀L𝐄R𝐀 è la rassegna estiva di #LocomotivClub al 𝗣𝗮𝗿𝗰𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗗𝗟𝗙 con laboratori, mercatini, bibite fresche e grandi merende ma soprattutto, musica caldissima!

🍹 Il chiosco di #TropicalBalera è aperto tutti i giorni, dalle 18.
Ci trovi in Via Sebastiano Serlio, 25, davanti alla locomotiva!

𝑇𝑟𝑜𝑝𝑖𝑐𝑎𝑙 𝐵𝑎𝑙𝑒𝑟𝑎 𝑓𝑎 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒 𝑑𝑖 𝐵𝑜𝑙𝑜𝑔𝑛𝑎 𝐸𝑠𝑡𝑎𝑡𝑒 2024, 𝑖𝑙 𝑐𝑎𝑟𝑡𝑒𝑙𝑙𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑎𝑡𝑡𝑖𝑣𝑖𝑡𝑎̀ 𝑝𝑟𝑜𝑚𝑜𝑠𝑠𝑜 𝑒 𝑐𝑜𝑜𝑟𝑑𝑖𝑛𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑎𝑙 𝐶𝑜𝑚𝑢𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝐵𝑜𝑙𝑜𝑔𝑛𝑎 𝑒 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑎 𝐶𝑖𝑡𝑡𝑎̀ 𝑚𝑒𝑡𝑟𝑜𝑝𝑜𝑙𝑖𝑡𝑎𝑛𝑎 𝑑𝑖 𝐵𝑜𝑙𝑜𝑔𝑛𝑎.

Per non perderti nel mare magnum delle nuove uscite discografiche e non farti guidare da un algoritmo, scopri le migliori uscite discografiche selezionate dalla nostra redazione musicale!

Ecco il riassunto dei dischi del cuore di NEU RADIO di giugno

Leggi le recensioni e ascolta il podcast per scoprire direttamente dalla loro voce la recensione e gustare un brano del disco.

La Betta - Paradisco

El Michels Affair Album Boy Kills World (song from the original Motion Picture), 2024

La prima cosa che ho pensato la prima volta che inciampai in un album di El Michels Affair è stata: vorrei andare con lui al cinema!
In questi vent'anni di onoratissima carriera, il polistrumentista e produttore Leon Michels non ha mai celato la sua predilezione per le colonne sonore di b-movie o cult d'autore del passato; penso a Enter the 37th chamber del 2009, o ad Adult Themes del 2020, che ho letteralmente consumato.
Una ricerca costante tra le poltrone di velluto dei cinema, ma anche anche tanta psichedelia, impreziosita da voci femminili che sembrano uscite da una pellicola di Sergio Leone.
Boy kills world è la sua ultima fatica e per la prima volta i brani sono tutti pezzi originali della colonna sonora dell'omonimo film, distribuito in queste settimane sulla piattaforma primevideo.
Il film, esordio alla regia di Moritz Mohr, contiene tutti gli ingredienti dell'epica cinematografica classica: in un futuro distopico governato da tiranni, il protagonista Boy, viene mutilato e reso orfano; così, dalla rottura dell'equilibrio, comincerà la sua crescita personale all'insegna della vendetta.
Non stupisce che la colonna sonora sia stata creata a quattro mani con la collaborazione di Marco Benevento, preziosissima gemma dell'indie rock sperimentale contemporaneo.
Ottoni bolletti, fanfare, chitarre spericolate e voci bambine vi serviranno immagini così vivide che il mio consiglio è quello di ascoltare questo album per qualche giorno prima di aver visto la pellicola.
Voi cosa vi siete immaginati?

Enzo Baruffaldi - "memoria polaroid" - un blog alla radio

Neutrals - "New Town Dream" (Static Shock / Slumberland Records -2024)

Immaginate il più improbabile viaggio nel tempo che trasporti un qualunque avventore di pub della Scozia dell’epoca Tatcher e lo catapulti nella Baia di San Francisco contemporanea, dove dozzine di band punk, post-punk e indiepop sembrano nascere praticamente ogni giorno. Forse solo così si potrebbe spiegare la prodigiosa esistenza della fenomenale formazione dei Neutrals. Il trio, che fa base a Oakland, è guidato dalla voce e soprattutto dall’accento di Allan
McNaughton, originario di Glasgow, il quale scrive canzoni brevi,  sorprendentemente orecchiabili e immancabilmente ironiche e pungenti.
Le coordinate musicali dei Neutrals sono abbastanza precise: dai Buzzcocks ai Television Personalities, dai Jam ai Wedding Present, ma affrontati con un’energia e un’urgenza DIY d’altri tempi. Il nuovo album dei Neutrals esce per Slumberland Records e Static Shock Records, e si intitola "New Town Dream", dato che il filo conduttore di queste tredici canzoni è proprio la vita di tutti i giorni vissuta nelle utopistiche "New Towns" che furono progettate e si diffusero nel
Regno Unito durante gli anni '60 e '70, generando spesso un malessere sociale diffuso, e finendo per spingere verso i margini un’ampia fetta della popolazione. I Neutrals affrontano l’argomento con il consueto sarcasmo e colgono l’occasione per sperimentare anche formule nuove, come il dub punkeggiante alla Slits della title track, oppure
l’elettronica scarna alla Arab Strap di "How Did I Get Here". Ma è nelle canzoni spietate e asciutte come “Wish You Were Here” (un’amore epistolare che finisce male) o “Stop The Bypass” (protesta contro la gentrificazione ante-litteram ) o la neorealista “Travel Agents Windows”, che i Neutrals danno il meglio di sé, taglienti e beffardi, dannatamente divertenti.

 

Luca Garuffi - Stagione Zero

ONRA - Nosthaigia

A sei anni dall'ultimo album in studio "Nobody has to know", il beatmaker francese di origini vietnamite, Onra torna con "Nosthaigia" su All City Records. Un album di beatmaking e campionamenti, composto totalmente su una MPC1000, fatto di atmosfere morbide e malinconiche, composto (si legge) "Nel mezzo di una serie di sfortunati eventi della vita". Il titolo parla, usando un gioco di sillabe, di nostalgia della thailandia. Onra ha infatti trascorso diversi anni vivendo in Thailandia, immergendosi nella vibrante cultura e frugando nei negozi di dischi locali alla ricerca di gemme rare. Il risultato è una raccolta di canzoni tailandesi di vari generi, tutte provenienti da 7 pollici incastrate placidamente tra beat di matrice hip hop. Ciò che era iniziato come un'esplorazione casuale di un territorio musicale sconosciuto è sbocciato in un progetto profondamente personale.

 

Albi Bello - Museek:Response

Passepartout Duo and Inoyama Land - Radio Yugawara (Tonal Union)

Uscirà il 26 luglio ma è già disponibile in pre-order Radio Yugawara, album che esalta la collaborazione tra Passe-partout duo e Inoyama Land.

Una connessione tra Italia e Giappone nata in una delle tante residenze che Nicoletta Favari e Christopher Salvito hanno fatto e continuano a fare in giro per il mondo.

Nel loro secondo approdo giapponese, nel corso del 2023, hanno unito il loro talento con lo storico progetto firmato da Makoto Inoue e Yasushi Yamashita.

Il risultato è un album tanto intimo quanto aperto alle contaminazioni e a tutto ciò che circondava i 4 durante le sessioni di registrazione nella piccola cittadina diYugawara . La parola radio nel titolo è un chiaro richiamo a come stili, sensibilità e idee degli artisti si siano perfettamente sintonizzate tra di loro e in un certo senso anche con l’ambiente circostante. Una sorta di lavoro site-specific, ma senza confini che, pur nobilitato dalla presenza di Inoyama Land, non vede nessuno prevaricare, ma si assesta su una eccezionale prova di interazione umana e spitiruale, in cui Passepartout-duo da l’ennesima prova di talento smisurato e una rara sensibilità creativa. Un disco prezioso, che parte da idealmente da un luogo, ma si trasmette al mondo con delicata armonia. Un disco che è pura pace in giorni che ne avrebbero solo bisogno.

Mercoledì 26 e Giovedì 27 dalle 11 alle 13
NEU RADIO è in diretta da R2B - RESEARCH TO BUSINESS per un racconto della 19° edizione del salone della ricerca e delle competenze per l'innovazione, organizzato da ART-ER Attrattività Ricerca Territorio e BolognaFiere e promosso dalla Regione Emilia-Romagna
Quest'anno racconteremo queste due giornate attraverso le storie e le esperienze di esperti ed esperte che indagano nuovi mondi che si incontrano: l'intelligenza artificiale e la cultura.
Ospiti di mercoledì 26:
~ Martina Lodi project manager di Art-Er per un racconto sui temi che legano questa edizione di R2B
~Andrea Dell’Innocenti , Sound Artist e Compositore di musica elettronic, di AION Collective
~ Andrea Cattabriga Advanced Design Unit di CRICC
~ Carlo Ferretti di materahub e creatore e voce del podcast Zenit
~ Jospephine Condemi, giornalista, direttrice responsabile di Mangrovia
~ Oliviero Ponte di Pino, Docente di Letteratura e filosofia del teatro presso Accademia Brera e presidente presso Associazione Culturale ateatro
Ospiti di giovedì 27:
~ Federico Bomba, Direttore artistico di Sineglossa
~ Luca Baraldi, esperto di policy analysis e di strategic intelligence
~ Giulietta Fara, fondatrice e direttrice del Future Film Festival
~ Irene Adorni, artista visiva, curatrice indipendente e fondatrice dello spazio d'arte contemporanea P A R S E C, Bologna.
~ Antonella Guidazzoli, Head of Visual Information Lab CINECA Interuniversity Consortium.
Ascolta il diretta e recupera i podcast su neuradio.it

Tutte le settimane, all’interno di Portico, i nostri redattori musicali selezionano una novità discografica che li ha particolarmente colpiti.

Ecco il riassunto dei dischi del cuore di NEU RADIO di maggio

Leggi le recensioni e ascolta il podcast per scoprire direttamente dalla loro voce la recensione e gustare un brano del disco.

 

Laurent Fintoni - All Tomorrow's Archives

Zeinab Shaath  - The Urgent Call of Palestine

Spero di non dover spiegare l'importanza di questo disco, dato il contesto attuale, ma oltre a essere l'ennesima testimonianza della brutale violenza di quasi un secolo di oppressione, la ristampa di questo disco di Zeinab Shaath, cortesia di Discostan e Majazz Project, dimostra anche l'importanza di un lavoro d'archivio attento e intenzionale e di come esso possa aiutarci a creare connessioni tra il passato e il presente. Gli folk heroes di oggi non sono necessariamente quelli di ieri, ma sono tutti accomunati dal desiderio di sollevarci e ricordarci che nessuno di noi è libero finché non lo siamo tutti.

La Totta - Uniquest

Dehd - Poetry

Everyone I know is breaking hearts tonight

Everyone I know is bleeding but I know we'll be alright

...

Everyone I know, everyone I know, everyone I know is a broken heart

(Dehd - Dog Days)

In un momento in cui c'è un'apparente mancanza di cura e di rispetto per gli altri, i Dehd  nel loro ultimo album "Poetry" esortano gli ascoltatori a riconoscere l'amore che li circonda. L'amore è da sempre uno dei temi portanti dei loro testi: nei loro primi due album, Dehd e Water, le canzoni parlavano prevalentemente dell'esperienza dell'innamoramento, Flower of Devotion li ha seguiti con testi che parlavano dell'abbandono e delle molte sfaccettature del crepacuore per poi, in Blue Skies del 2022, affrontare come allontanarsi da relazioni malsane e trovare conforto in sé stessi. Così in Poetry, probabilmente giunti a una maturità emotiva - oltre che sonora- vediamo la band guardare al di fuori delle sole relazioni romantiche e riconoscere le molte forme d'amore che ci circondano.

Il trio di Chicago composto da Jason Balla, Emily Kempf e Eric McGrady torna a distanza di  due anni con questo lavoro ricco di melodie ancora più ambiziose, armonie più audaci e complessità compositiva, caricando ulteriormente il loro suono già elettrico ed eclettico. Diretti e sinceri tanto quanto eccentrici e vulnerabili, i Dehd sfornano brani orecchiabili e al contempo emozionali, spontanei eppure curati in ogni dettaglio, con una cifra stilistica molto personale. Sono le loro voci a renderli inconfondibili: Kempf e Balla cantano a ritmi diversi, come se stessero usando un tandem vocale solo apparentemente – e deliziosamente- sbilenco, come lo è l’amore del resto.

Con questo Poetry i Dehd si confermano una delle band più interessanti e cool in circolazione.